Anche la Germania ha iniziato a criticare Israele
È il paese più filoisraeliano d'Europa, per ragioni storiche e culturali, ma il blocco prolungato del cibo nella Striscia ha costretto il governo a reagire

Lunedì il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha condannato per la prima volta Israele per la guerra nella Striscia di Gaza. Merz, che è un conservatore ed è sempre stato un forte sostenitore di Israele, ha detto: «Francamente non capisco più quale sia l’obiettivo dell’esercito israeliano nella Striscia», aggiungendo: «Infliggere queste sofferenze alla popolazione civile, come è avvenuto sempre più spesso negli ultimi giorni, non può più essere giustificato con la lotta al terrorismo di Hamas».
Queste critiche sono decisamente moderate rispetto a quelle che altri capi di stato e di governo hanno rivolto a Israele negli scorsi giorni, ma sono eccezionali per un cancelliere tedesco e per Merz in particolare. La Germania è da sempre il principale sostenitore e alleato di Israele in Europa, e i governi tedeschi considerano la difesa di Israele come una responsabilità storica fondamentale, e come un modo per fare ammenda del proprio passato nazista e della Shoah.
Questa politica filoisraeliana è stata trasversale a tutti i governi: nel 2008 la cancelliera Angela Merkel disse che la sicurezza e l’esistenza di Israele erano «Staatsräson», “ragione di stato” per la Germania, cioè un interesse prioritario per lo stato tedesco.
In più di un anno e mezzo di guerra nella Striscia di Gaza, la Germania ha difeso in tutti i modi Israele, anche nei tribunali internazionali; ha approvato una legge che paragona le campagne di boicottaggio di Israele all’antisemitismo, ed è il secondo venditore di armi a Israele, dopo gli Stati Uniti.
Merz è sempre stato un politico molto filoisraeliano, che quando era all’opposizione criticava l’allora cancelliere Olaf Scholz per essere troppo timido nel suo sostegno a Israele. Ancora di recente diceva che avrebbe voluto invitare il primo ministro Benjamin Netanyahu a una visita di stato in Germania, benché contro di lui sia attivo un mandato di arresto della Corte penale internazionale che ne imporrebbe l’arresto.
Ma nelle ultime settimane vari governi mondiali, i media e le opinioni pubbliche hanno cominciato a criticare Israele e a condannare l’uccisione indiscriminata dei civili palestinesi come non era ancora successo in oltre un anno e mezzo di guerra, soprattutto a causa del blocco totale di cibo e generi di prima necessità che Israele ha imposto alla Striscia di Gaza per quasi tre mesi. Merz e vari esponenti della politica tedesca si sono in un certo modo trovati costretti a reagire.
Nel fine settimana Felix Klein, il commissario per l’antisemitismo della Germania, ha detto che «affamare i palestinesi e aggravare deliberatamente le loro condizioni umanitarie non ha niente a che vedere con il difendere il diritto di Israele a esistere». Vari esponenti del Partito Socialdemocratico, che governa in coalizione con Merz, hanno chiesto al governo di interrompere le esportazioni di armi a Israele.
Dopo le dichiarazioni di Merz, Lars Klingbeil, il ministro delle Finanze, ha detto che la coalizione di governo ha concordato di aumentare la pressione su Israele per ottenere un cessate il fuoco a Gaza. «Vista la responsabilità storica che abbiamo nei confronti di Israele, dobbiamo rendere chiaro, anche tra amici, che cosa non è più accettabile».


