A Venezia non ci stanno più gabbiani di così

Negli ultimi sei anni non sono aumentati, mentre sono diminuiti i nidi: su quello forse c'entra il Superbonus

Un gabbiano reale in piazza San Marco a Venezia
Un gabbiano reale in piazza San Marco a Venezia (AP Photo/Domenico Stinellis)
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Nel centro storico di Venezia vivono circa tremila gabbiani reali. Erano più o meno tremila anche nel 2018, quando il comune della città commissionò il primo studio per stimarne il numero: secondo gli ornitologi che se ne sono occupati, la popolazione è stabile perché ha raggiunto il massimo di individui che possono prosperare con le risorse presenti. I giovani gabbiani che nascono a Venezia infatti si spostano altrove una volta cresciuti.

Tra il 2021 e il 2024 è stata osservata una diminuzione delle coppie che hanno fatto il nido in città, da circa 500 a 337. Il calo potrebbe essere legato alle condizioni meteorologiche sfavorevoli delle ultime primavere, ma potrebbero avere avuto un ruolo anche i numerosi cantieri di ristrutturazione presenti in città. Le impalcature e i lavori su tetti, terrazzi e altane infatti hanno ridotto i posti adatti a nidificare: una conseguenza indiretta del Superbonus 110%, la grossa agevolazione fiscale sulle ristrutturazioni degli edifici introdotta nel 2020.

La diminuzione dei nidi però non comporta necessariamente quello della popolazione complessiva, composta anche da gabbiani che non sono nati nel centro di Venezia (ma nella laguna, ad esempio). È un dato che in ogni caso contraddice la percezione sul loro numero tra residenti e altre persone che frequentano la città: in un sondaggio realizzato nel 2024, il 67 per cento delle persone diceva di ritenere che nei cinque anni precedenti i gabbiani reali fossero aumentati o molto aumentati.

I gabbiani reali (il cui nome scientifico è Larus michahellis) sono una delle specie di gabbiani più comuni in Italia. Sono quelli che da adulti si riconoscono per il becco e le zampe gialle, e per la macchia rossa sulla mandibola inferiore: probabilmente sono i primi gabbiani che vengono in mente quando si sente la parola “gabbiano”.

Dagli anni Settanta sono diventati una presenza fissa in molte città italiane. Sono animali molto adattabili, sia per quanto riguarda le scelte alimentari sia perché tollerano la vicinanza delle persone: per questo stanno molto bene nei contesti urbani, dove trovano grandi quantità di cibo molto facilmente nella spazzatura. In passato erano solo uccelli marini che mangiavano soprattutto pesce e uova di altri uccelli, ma mentre il loro ambiente naturale cambiava sempre di più per l’urbanizzazione delle coste e la pesca intensiva hanno trovato condizioni molto favorevoli nelle città.

In Italia la prima nidificazione urbana di gabbiani reali è stata documentata a Roma nel 1971 (dunque 54 anni prima del live streaming sui gabbiani vicini al comignolo del conclave di quest’anno, che erano appunto gabbiani reali) e da allora il numero di questi uccelli è aumentato moltissimo. A Venezia le prime coppie intente a riprodursi in città furono osservate nel 2000 e nel 2004 erano già 24, almeno.

I dati più recenti sulla popolazione dei gabbiani reali a Venezia vengono dal monitoraggio del “Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia” (CORILA), che dal 2017 è stato commissionato dal comune insieme a una strategia per migliorare la convivenza tra cittadini, turisti e gabbiani, visto che la cospicua presenza degli uccelli causa anche una serie di disagi alle persone, come lo spargimento di spazzatura attorno ai contenitori per la raccolta, episodi di aggressività verso le persone, e danni ai palazzi e ai tetti causati da nidi e guano (cioè accumulo di escrementi).

Gli studi di Francesca Coccon di CORILA e Matteo Zucchetta del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) hanno individuato le zone del centro di Venezia in cui la densità di gabbiani è maggiore. Ce ne sono di più soprattutto nella zona tra i sestieri (i quartieri, in veneziano) di Dorsoduro, Santa Croce, San Polo e San Marco, dove si trovano moltissimi ristoranti e bar, oltre al mercato del pesce di Rialto e a quello di campo Santa Margherita. È una zona molto frequentata dai turisti, che spesso mangiano per strada e producono rifiuti alimentari, e piena di potenziali “posatoi”, cioè oggetti su cui i gabbiani possono fermarsi a osservare l’ambiente che li circonda. I gabbiani si sono peraltro adattati a rubare cibo alle persone o a “mendicarlo”.

CORILA ha proposto al comune varie possibili strategie per ridurre i problemi causati dai gabbiani, alcune delle quali sono spiegate anche in un vademecum scritto per la cittadinanza e pubblicato nel 2022. Alcune misure possibili sono indirette: anche solo controllando meglio il flusso dei turisti in città e multando chi abbandona rifiuti o dà da mangiare ai gabbiani o ad altri uccelli si potrebbero ottenere dei buoni risultati.

Poi ci sono possibili misure pensate appositamente per i gabbiani reali: l’attivazione di un servizio di rimozione dei nidi su richiesta dei cittadini, una sperimentazione per sterilizzare i gabbiani adulti per ridurre le nidificazioni, e l’installazione di «serie di fili tesi paralleli fra loro» nelle strade più strette dove capitano più spesso i furti di cibo. Nelle zone in cui ci sono locali che servono cibo all’aperto l’uso di tende parasole o grandi ombrelloni può invece aiutare perché riduce la visuale ai gabbiani.