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  • Domenica 25 maggio 2025

Cosa sappiamo dell’italiano sequestrato a New York per il suo conto Bitcoin

È riuscito a scappare venerdì mattina e la polizia ha arrestato il presunto responsabile del rapimento e dei maltrattamenti che gli sono stati inflitti

Una pubblicità di Bitcoin proiettata su un edificio a Hong Kong (AP Photo/Kin Cheung)
Una pubblicità di Bitcoin proiettata su un edificio a Hong Kong (AP Photo/Kin Cheung)
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Sabato mattina il tribunale penale di Manhattan ha incriminato un uomo di 37 anni, John Woeltz, accusandolo di aver rapito, picchiato e torturato per settimane un ventottenne italiano nel tentativo di ottenere la password del suo conto Bitcoin, una criptovaluta che è attualmente considerata tra gli asset di maggior valore al mondo.

Secondo la ricostruzione del New York Times, il ventottenne italiano, che non è stato ufficialmente identificato dalle autorità, era arrivato a New York il 6 maggio ed era andato in una lussuosa casa di Manhattan che avrebbe dovuto prendere in affitto da Woeltz per un certo periodo. Una volta entrato in casa, però, Woeltz e un altro uomo non identificato gli avrebbero rubato i suoi dispositivi elettronici e il passaporto e gli avrebbero chiesto la password del suo conto Bitcoin in modo da poterlo prosciugare.

Non è il primo caso di questo tipo a coinvolgere il settore delle criptovalute negli ultimi mesi. Per anni, il modo più semplice di rubare criptovalute era l’hacking: i criminali trovavano un modo di entrare virtualmente nei conti delle vittime e li derubavano senza bisogno di esercitare violenza fisica. Gli investitori di criptovalute più esperti, però, hanno cominciato a prendere precauzioni per evitare di essere hackerati, e sempre più spesso è impossibile accedere ai loro conti da remoto. Questo ha portato a una recente serie di rapimenti e aggressioni fisiche, con l’intento di minacciare grossi investitori di criptovalute e ottenere da loro un riscatto.

Nel caso dell’investitore italiano, il New York Times racconta che l’uomo sarebbe stato tenuto in ostaggio per circa venti giorni, prima di riuscire a scappare. Woetlz e un numero finora non chiarito di complici l’avrebbero sottoposto a settimane di torture, immobilizzandolo, dandogli delle scosse elettriche, picchiandolo, minacciando di sparagli in testa con una pistola e di far uccidere la sua famiglia. Secondo la denuncia dell’uomo, l’avrebbero anche portato al quinto piano della casa e avrebbero minacciato di buttarlo di sotto se non avesse dato loro la password.

Sabato l’uomo è riuscito a scappare e si è rivolto alla polizia, che poco dopo ha arrestato Woeltz. L’italiano è stato portato in ospedale. All’interno della casa, la polizia ha detto di aver trovato delle foto Polaroid che mostravano l’uomo legato e picchiato, oltre a una pistola e diversi oggetti usati per torturarlo. Due persone che lavoravano a servizio nella casa hanno accettato di essere interrogate.

Oltre a Woeltz era stata arrestata anche una donna, Beatrice Folchi, che è poi stata rilasciata in attesa di ulteriori accertamenti. Il suo ruolo nella vicenda non è ancora stato chiarito.