A Roma si litiga per questo chiosco costruito in mezzo a piazza di Spagna

Dieci anni fa si decise di non farlo, poi il Giubileo ha cambiato le cose: non si capisce perché

(il Post)
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Negli ultimi giorni a Roma è nata una discussione sull’installazione di un chiosco in piazza di Spagna, che diventerà presto un punto d’informazione turistica (Pit) del Comune dove saranno anche venduti dei gadget. La sua costruzione era stata approvata nell’ambito degli interventi pubblici per il Giubileo, l’anno santo della Chiesa cattolica, ma è stata molto criticata sia dal Municipio 1 di Roma, la circoscrizione comunale in cui si trova la piazza, che da decine di esperti che hanno firmato una petizione per chiedere che venga rimosso, sostenendo che deturpi il paesaggio di una delle piazze più note e apprezzate della città.

A Roma esistono vari Punti d’informazione turistica dotati di bagni pubblici interrati. La creazione di 11 strutture di questo tipo era stata pensata nel 2011, ma nel 2015 la Soprintendenza di Roma si era opposta alla costruzione dei chioschi in tre luoghi: piazza di Spagna, piazza della Città Leonina e piazza Sonnino. In questi punti erano stati comunque costruiti dei bagni, che già avevano delle strutture, più piccole, in superficie. Con l’arrivo del Giubileo però, non è chiaro per quale motivo, qualcosa è cambiato: due dei tre cantieri sono stati avviati, nei punti dove prima c’erano solo i bagni pubblici.

Dieci giorni fa l’associazione Carteinregola ha pubblicato una petizione firmata da una settantina di urbanisti, paesaggisti, archeologi, storici dell’arte e presidenti di associazioni, secondo cui la costruzione del chiosco rovina la piazza. In diversi hanno anche messo in dubbio l’utilità di mettere un punto d’informazione turistica in uno dei luoghi più frequentati e conosciuti di Roma, dove ci sono già molti modi per orientarsi. I firmatari considerano inoltre la struttura l’ennesima iniziativa del Comune pensata per migliorare l’esperienza dei turisti a Roma, a discapito della vivibilità e della bellezza della città.

Questa settimana il Municipio 1 ha convocato la Soprintendenza per chiedere perché la costruzione del chiosco sia stata approvata dopo il parere negativo del 2015, e ieri il suo Consiglio municipale ha votato all’unanimità una risoluzione che chiede una nuova valutazione della conformità ambientale e paesaggistica della struttura. Nella risoluzione è anche chiesto che il chiosco non venda souvenir e che non venga illuminato con luci esterne che possano renderlo ancora più visibile.

Il presidente della commissione Turismo del Comune Mariano Angelucci ha risposto alle critiche definendo la costruzione del chiosco una «riqualificazione» dello spazio, sostenendo che serva a «migliorare il decoro di uno dei luoghi più iconici della città». Ha ribadito che per la sua costruzione il Comune ha avuto il permesso dalla Soprintendenza e ha aggiunto che il chiosco non esporrà pubblicità, che sarà illuminato in modo discreto e che venderà «merchandising selezionato».

Secondo la presidente dell’associazione Carteinregola, Anna Maria Bianchi, al momento non ci sono però indicazioni di questo tipo nei documenti ufficiali consultabili, ed essendo la struttura in vetro i gadget saranno comunque visibili anche all’esterno.