Il governo ha impugnato la legge della Toscana sul suicidio assistito

Un manifesto della campagna per chiedere l'approvazione di una legge sul suicidio assistito in Piemonte (ANSA/TINO ROMANO)
Un manifesto della campagna per chiedere l'approvazione di una legge sul suicidio assistito in Piemonte (ANSA/TINO ROMANO)

Il governo di Giorgia Meloni ha impugnato di fronte alla Corte costituzionale la legge della Toscana sul suicidio assistito, approvata lo scorso 11 febbraio dal Consiglio regionale. Le motivazioni del ricorso sono legate a un conflitto di competenze: secondo il governo il suicidio assistito sarebbe un tema di competenza nazionale, e non regionale, e quindi la legge non dovrebbe essere valida. È comunque una decisione soprattutto politica, dato che i partiti di destra e centrodestra che sostengono il governo si sono sempre detti contrari alla pratica. La legge resterà in vigore mentre la Corte decide sul caso.

Il suicidio assistito, o morte assistita, è la procedura con cui a determinate condizioni ci si autosomministra un farmaco letale. In Italia è legale per via di una sentenza della Corte costituzionale del 2019, ma il parlamento non ha mai approvato una legge nazionale che stabilisca in modo chiaro come debba avvenire, a quali condizioni e con che tempi. La Toscana è stata la prima regione a dotarsi di una legge apposita sul tema.

– Leggi anche: Come funziona la legge sul suicidio assistito in Toscana

L’impugnazione era attesa, e in passato il governo aveva già impugnato altri provvedimenti simili. Ad aprile aveva presentato ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna contro una delibera sullo stesso tema, che poi è stata sospesa lo scorso aprile in attesa di una decisione del tribunale. Le delibere sono più semplici da far approvare rispetto alle leggi, ma anche più semplici da modificare o da ritirare.