Il governo ha presentato un ricorso contro la delibera regionale dell’Emilia-Romagna che regola il suicidio assistito

Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Guido Calamosca/LaPresse)
Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Guido Calamosca/LaPresse)

Il governo ha presentato un ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna contro la delibera regionale che regola l’accesso al suicidio assistito, o morte assistita, la pratica con cui a determinate condizioni ci si auto-somministra un farmaco letale (diversamente dall’eutanasia, in cui il farmaco viene somministrato da un medico). In Italia il suicidio assistito è già legale: venne depenalizzato ad alcune condizioni da una sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Il parlamento però non ha mai approvato alcuna legge per regolamentare in modo preciso modalità, procedure e tempi di accesso alla pratica. Per questo alcune regioni si stanno muovendo autonomamente per dare una regolamentazione alla pratica.

Il ricorso, che è stato presentato in particolare contro la Direzione generale cura della persona, salute e welfare dell’Emilia-Romagna, è stato depositato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero della Salute il 12 aprile, ma è stato annunciato solo giovedì 18 dalla consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini. Castaldini aveva già presentato a marzo un ricorso contro la delibera, assieme ad alcune associazioni.

La consigliera regionale ha detto che le motivazioni del ricorso riguardano «la carenza di potere dell’ente», cioè il fatto che, secondo lei, la regione non dovrebbe avere potere decisionale sulla questione del suicidio assistito: in realtà la questione è più complicata di così ed è molto dibattuta dai giuristi. La delibera dell’Emilia-Romagna in ogni caso si limitava a regolare l’accesso al suicidio assistito, che a livello legale in Italia è già garantito. Gli altri motivi del ricorso riferiti da Castaldini riguardano «la contraddittorietà e l’illogicità delle motivazioni introdotte nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie». Viene inoltre contestata l’istituzione di un comitato etico territoriale per valutare le richieste di suicidio assistito (il Comitato regionale per l’etica nella clinica, il COREC).

– Leggi anche: Come funzionerà l’accesso al suicidio assistito in Emilia-Romagna