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  • Mercoledì 7 maggio 2025

Fino a oggi negli Stati Uniti non esisteva un documento di identità vero

Valido per tutto il territorio nazionale e corrispondente alla nostra carta d'identità, per intenderci: ora le cose cambiano

L'ex pilota automobilistico del circuito NASCAR Richard Petty fa la Real ID a Asheboro, North Carolina (NCDOTcommunications, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons)
L'ex pilota automobilistico del circuito NASCAR Richard Petty fa la Real ID a Asheboro, North Carolina (NCDOTcommunications, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons)
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Da oggi, mercoledì 7 maggio, gli statunitensi che vogliono prendere un volo interno dovranno presentare una cosiddetta Real ID, un documento d’identità che rispetti alcune regole federali e che sia quindi considerato valido in tutto il territorio nazionale. Può sembrare scontato per chi vive in altri paesi, ma negli Stati Uniti è una grossa novità: è un regolamento introdotto nel 2005 la cui scadenza era stata rinviata per quasi vent’anni.

Negli Stati Uniti non esiste infatti un vero documento d’identità federale e fino a oggi ognuno dei 50 stati procedeva in autonomia, prevedendo documenti diversi, quasi sempre facoltativi: il documento d’identità più diffuso è la patente di guida, anche questa diversa da stato a stato. Ma chi non guida o non prende aerei può spesso vivere – e in molti stati votare – anche senza un vero documento: per provare la propria identità spesso basta la carta di previdenza sociale (Social Security card), simile alla nostra tessera sanitaria o codice fiscale, che però non ha una foto.

L’introduzione della Real ID ha causato in molti stati lunghe code negli uffici della motorizzazione che la emettono. La Transportation Security Administration (TSA), agenzia del dipartimento di Sicurezza Interna che si occupa dei trasporti, ha previsto che ci saranno problemi e ritardi negli aeroporti nei prossimi dieci giorni. L’introduzione dell’obbligo è stata definita “graduale”, ma non è chiaro cosa succederà a chi si presenterà a un imbarco senza una Real ID, un passaporto o altri documenti validi specifici: pare che le autorità valuteranno caso per caso.

Oltre che per prendere voli domestici, la Real ID sarà necessaria per entrare in edifici federali e in strutture soggette a particolari regole di sicurezza (come le basi militari).

Un fac simile di una patente del Kansas, con la stella gialla della Real ID (Kansas Department of Revenue via AP)

L’introduzione di un documento d’identità riconosciuto a livello federale fu approvata dal Congresso nel 2005, su indicazione della Commissione d’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre 2001, per aumentare la sicurezza nel traffico aereo. Allora si riteneva che ottenere una patente di guida fosse troppo facile. L’obbligo sarebbe dovuto entrare in vigore entro la fine del 2008, ma le scadenze furono rinviate più volte, soprattutto per questioni organizzative e di costi, ma anche per una certa resistenza di alcune autorità statali.

Nel 2007 il governo federale stimò che l’introduzione di questi documenti sarebbe costata complessivamente 11 miliardi di dollari. La scadenza fu poi posticipata per questioni legate alla pandemia.

Il fac simile di una patente Real ID nel 2018, ma senza stella gialla (AP Photo/Ted S. Warren)

I documenti Real ID resteranno comunque diversi da stato a stato, pur rispettando alcuni standard comuni, tra cui avere una stella gialla in alto a destra. Potranno essere anche le patenti, rinnovate secondo i nuovi standard. Avranno caratteristiche di sicurezza avanzate per evitare la contraffazione, e permetteranno la creazione di un database federale.

Nelle scorse settimane in vari stati, fra cui Oregon, Pennsylvania, Illinois, Florida, e Alabama gli uffici hanno faticato a rispondere a tutte le richieste: alcuni hanno esaurito gli appuntamenti, altri non li hanno previsti, invitando i cittadini a mettersi semplicemente in coda. Per ottenere la Real ID serve la carta di previdenza sociale, documenti che provino la residenza (bastano un paio di bollette), un certificato di nascita. Stanno incontrando i problemi maggiori le donne che hanno cambiato cognome in seguito al matrimonio, perché servono i certificati originali che lo attestino, non sempre di facile reperibilità.

Un ufficio dedicato all’emissione delle Real ID a Chicago (foto il Post)

E la coda delle persone in attesa (foto il Post)

Per tradizione, e per una interpretazione molto radicale di rispetto della privacy, la questione del documento d’identità è sensibile e discussa negli Stati Uniti: non esiste un registro obbligatorio di residenza e i documenti d’identità sono necessari solo per lavorare legalmente, per aprire conti bancari e per acquistare alcolici e tabacco.

Non è invece sempre necessario avere un documento d’identità con foto per votare: le regole cambiano da stato a stato, ma in molti è consentito procedere dopo una dichiarazione giurata sulla propria identità o dopo l’identificazione da parte di un funzionario elettorale che faccia da garante. In California, nello stato di New York o in Illinois (fra gli altri) è richiesto solo di comunicare nome e indirizzo, che devono coincidere con quelli presenti nei registri elettorali.

A partire dal 2020 i Repubblicani e in particolare Donald Trump hanno portato avanti una campagna per rendere obbligatorio un documento d’identità per votare, sostenendo la teoria che le amministrazioni Democratiche farebbero partecipare al voto anche persone senza cittadinanza e immigrati irregolari. Non sono state mai portate prove a sostegno di questa tesi, ma vari stati governati da Repubblicani stanno rendendo più stringenti le regole. I Democratici sostengono invece che l’introduzione dell’obbligatorietà dei documenti allontanerebbe dal voto le fasce della popolazione più deboli, che spesso non li possiedono. Al momento l’introduzione della Real ID non è collegata a processi elettorali.