Donald Trump ha rimosso il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz
Dopo pressioni per il caso del giornalista inserito per errore in una chat riservata di piani militari: lo ha proposto come ambasciatore alle Nazioni Unite

Giovedì il presidente Donald Trump ha annunciato la rimozione dal suo incarico del consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz, e la sua nomina come ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite (che andrà comunque confermata con un voto al Senato). Waltz ricopriva l’incarico di consigliere per la Sicurezza nazionale dal 20 gennaio, data dell’insediamento dello stesso Trump: la sua è la prima sostituzione di un incarico di così alto rango nella nuova amministrazione.
Trump non ha dato dettagli sui motivi per cui ha deciso di rimuovere Waltz dall’incarico, ma nel pomeriggio di giovedì vari giornali statunitensi avevano anticipato la decisione e scritto, sulla base di interviste con fonti informate, che era dovuta allo scandalo del giornalista aggiunto per errore a una chat ristretta in cui venivano discussi piani militari.
Era stato proprio Waltz ad aggiungere il giornalista, il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg, e per questo da oltre un mese Trump e la sua amministrazione stavano subendo pressioni politiche per la rimozione di Waltz dal proprio incarico. Trump ha detto che fino alla nomina di un sostituto l’incarico di consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti verrà affidato al segretario di Stato Marco Rubio.
L’ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite è il capo della delegazione statunitense nella relativa missione all’ONU, cioè la rappresentanza del governo statunitense in quella sede: Trump aveva recentemente indicato per la carica la deputata Repubblicana Elise Stefanik al posto di Dorothy Shea (scelta comunque da lui), ma aveva poi ritirato la proposta perché mantenesse il suo seggio alla Camera dei rappresentanti, dove i Repubblicani hanno una maggioranza risicata.
La chat al centro del caso che avrebbe portato alla decisione di rimuovere Waltz dal suo incarico era sulla piattaforma Signal e conteneva discussioni sulla pianificazione del massiccio attacco del 15 marzo contro decine di postazioni degli Houthi in Yemen, la milizia sciita sostenuta dall’Iran che dal 2014 controlla una parte consistente nel paese.
Il fatto che il consigliere per la Sicurezza nazionale ci avesse inserito per errore un giornalista aveva creato molto imbarazzo per l’amministrazione di Trump, e attorno al caso era nato un grosso caso negli Stati Uniti per le evidenti conseguenze sulla sicurezza nazionale, visto che comunicazioni di questo tipo dovrebbero avvenire attraverso canali sicuri e non, come è stato, su un’app di messaggistica.
Goldberg, il giornalista inserito nella chat, aveva poi pubblicato un articolo in cui descriveva la vicenda in cui era stato inaspettatamente coinvolto, inizialmente omettendo alcune parti della conversazione per proteggere la sicurezza nazionale. Trump aveva ridimensionato l’accaduto e detto che non intendeva licenziare nessuno, accusando Goldberg di diffondere quelle che aveva definito «fake news» e sostenendo che non fosse vero che la conversazione conteneva informazioni riservate.
A quel punto, anche in risposta alle accuse, l’Atlantic aveva smentito le sue dichiarazioni con un secondo articolo in cui erano stati mostrati gli screenshot dei messaggi con cui Hegseth aveva condiviso i dettagli dell’imminente attacco contro gli Houthi.
L’opposizione aveva fatto pressioni anche per la rimozione dall’incarico del segretario alla Difesa Pete Hegseth, per il ruolo che ricopre e la relativa responsabilità sulle questioni di sicurezza nazionale: Trump non sembra però intenzionato a procedere e anzi, giovedì durante una conferenza stampa lo ha lodato per il suo impegno e ha detto che sta svolgendo un «lavoro fantastico».



