L’educazione affettiva nelle scuole, ma solo col consenso dei genitori
Il governo ha presentato un disegno di legge per renderlo obbligatorio

Mercoledì il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che include diverse misure che riguardano la scuola. Tra queste c’è l’introduzione dell’obbligo per le scuole di chiedere ai genitori il loro consenso per offrire a bambini e ragazzi corsi sull’educazione sessuale e affettiva, l’inasprimento delle pene per genitori e studenti maggiorenni colpevoli di atti di violenza contro i professori, e nuove norme sulla sospensione per atti di bullismo e sul voto in condotta. Il provvedimento dovrà comunque passare dall’esame del parlamento, che potrà discuterlo e modificarlo.
Per quanto riguarda l’educazione sessuale e affettiva, l’inserimento dell’obbligo del consenso preventivo dei genitori era stato proposto dalla Lega e da Fratelli d’Italia, partiti da sempre contrari a questo genere di corsi, che sostengono siano un’occasione per diffondere la cosiddetta “ideologia gender” (una teoria infondata usata dalle destre per criticare studi, ricerche e rivendicazioni della comunità LGBTQ+). Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha detto che le scuole dovranno condividere preventivamente con i genitori «il materiale didattico, le finalità e le modalità di svolgimento delle attività prodotte». Nel caso in cui i genitori non approvassero le proposte della scuola, agli studenti dovrà essere offerta un’attività didattica alternativa.
L’educazione sessuale e affettiva esiste nella maggior parte dei paesi europei, ma in Italia non è mai stata inserita ufficialmente nei programmi scolastici: per questo motivo le scuole che vogliono offrirla lo fanno attraverso attività extracurricolari, spesso chiamando formatori e formatrici esterne, provenienti da associazioni e ong. Se approvato in questa forma, il provvedimento del governo prescriverà che per coinvolgere esperti esterni serva l’approvazione del collegio docenti e del consiglio di istituto.

Una manifestazione studentesca davanti al ministero dell’Istruzione per chiedere l’educazione sessuale e affettiva, 31 ottobre 2024, Roma (Marco Di Gianvito/ZUMA Press Wire)
Il disegno di legge contiene anche un ulteriore vincolo per le scuole elementari, dove il contenuto delle attività di formazione dovrà limitarsi ad affrontare il tema dal punto di vista biologico e riproduttivo (e non quindi affettivo o relazionale, privilegiando un approccio considerato ormai obsoleto dalla maggior parte degli esperti).
Valditara sostiene che il disegno di legge serva a garantire ai genitori il diritto costituzionale di decidere dell’educazione dei propri figli. Il dibattito sull’introduzione e la regolamentazione dell’educazione sessuale nelle scuole comunque è in corso da tempo e quello appena approvato dal governo non è l’unico provvedimento in discussione.
Le altre misure riguardano i casi di violenza o comportamenti per cui siano previste sanzioni: il disegno di legge include un aumento delle pene per genitori e studenti con più di 18 anni che aggrediscono i docenti (passano da un minimo di 6 mesi e un massimo di 3 anni, a un minimo di 2 anni e un massimo di 5) e l’obbligo di arresto in flagranza (o quasi flagranza, cioè subito dopo e con tracce di reato presenti).
Per quanto riguarda la sospensione, nei casi più gravi dovrebbe essere sostituita da attività formative e di «cittadinanza solidale», nelle parole del ministro, che ha parlato per esempio di «servire alla mensa dei poveri, lavorare in un ospedale o […] pulire i giardini della scuola». Infine l’insufficienza in condotta dovrebbe portare a una bocciatura, e con il 6 gli studenti verranno rimandati a settembre per un esame di riparazione.
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