Cosa sappiamo sul triplice omicidio di Monreale, vicino a Palermo

Secondo le testimonianze un gruppo di cinque giovani avrebbe reagito a un rimprovero e tre di loro avrebbero sparato 18 colpi di pistola: uno ha confessato

La strada dove sono state uccise tre persone a Monreale, vicino a Palermo
La strada dove sono state uccise tre persone a Monreale, vicino a Palermo (ANSA/IGOR PETYX)
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Nella notte tra sabato e domenica a Monreale, vicino a Palermo, tre persone sono state uccise a colpi di pistola: Salvatore Turdo di 23 anni, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, entrambi 26enni. Sono ritenuti responsabili del triplice omicidio cinque giovani che facevano parte di uno stesso gruppo e avevano avuto con loro uno screzio: solo uno dei cinque è stato individuato. Lunedì mattina la procura di Palermo ha detto che ha confessato di aver sparato.

Turdo, Miceli e Pirozzo erano di fronte al bar Caffetteria 365 in via Benedetto d’Acquisto, una delle strade principali del comune, noto per il duomo visitato ogni anno da milioni di persone. In quel momento nei bar che si affacciano sulla strada c’era un centinaio di persone che hanno spiegato ai carabinieri cosa è successo.

I cinque giovani erano su tre moto. Stavano passando nella strada, in mezzo alle persone, a velocità sostenuta. Turdo e Miceli li avrebbero rimproverati chiedendo loro di rallentare. La reazione del gruppo è stata violenta. Ne è nata una rissa che ha coinvolto anche altre persone, fino a quando tre dei giovani hanno estratto delle pistole ed esploso 18 colpi. Turdo è morto poco dopo, Miceli domenica in ospedale a Palermo.

Massimo Pirozzo è stato colpito mentre passava per strada: non era coinvolto nella lite. È morto anche lui nella notte. Altre due persone sono rimaste ferite: un proiettile ha colpito un 16enne alla nuca fermandosi prima di raggiungere la corteccia cerebrale. Lui stesso ha scritto su Facebook di essere in salvo.

Domenica i carabinieri hanno individuato uno dei presunti responsabili, Salvatore Calvaruso, 19enne che abita allo Zen, quartiere della periferia di Palermo. Si era presentato ai carabinieri per denunciare il furto del motorino nel tentativo di sviare le indagini nei suoi confronti, ma gli investigatori si sono insospettiti e lo hanno trattenuto. Inizialmente non ha risposto alle domande, poi ha confessato di aver sparato. È accusato di strage, porto d’armi abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco. Ora si trova nel carcere Pagliarelli di Palermo.

Gli investigatori stanno sentendo tutte le persone presenti in strada per cercare di ottenere informazioni utili a trovare gli altri quattro giovani coinvolti. Secondo i primi accertamenti, le telecamere pubbliche della zona non erano funzionanti, per cui servirà esaminare quelle di banche e negozi della strada.