Una bambina di 2 anni con la cittadinanza statunitense è stata espulsa dagli Stati Uniti con la madre

Un gruppo di ggenti dell'Immigration and Customs Enforcement, una notte di gennaio
Agenti dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE), il 27 gennaio 2025 (AP Photo/Alex Brandon)

Venerdì un giudice federale statunitense ha detto che una bambina di 2 anni con la cittadinanza statunitense è stata espulsa dagli Stati Uniti con sua madre, un atto «illegale e incostituzionale». Il giudice, Terry A. Doughty, ha programmato un’udienza per il 16 maggio per stabilire se l’amministrazione del presidente Donald Trump abbia espulso dal paese una propria cittadina «senza un processo», dopo che il padre della bambina aveva chiesto che fosse fatta tornare negli Stati Uniti.

La bambina era stata arrestata a New Orleans, in Louisiana, dagli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), l’agenzia federale che si occupa di far rispettare le leggi sull’immigrazione. Oltre a lei sono state arrestate sua madre, Jenny Carolina Lopez Villela, e la sorella maggiore. Villela è stata espulsa con le due figlie in Honduras. Secondo la documentazione dell’arresto il padre della bambina, contattato al telefono, avrebbe chiesto di non espellerla e di tenerla con sé ma non si sarebbe presentato all’ICE, e per questo la bambina sarebbe stata lasciata con la madre. Tecnicamente alla bambina non è vietato rientrare negli Stati Uniti.

Negli Stati Uniti esiste il cosiddetto “ius soli”, il diritto alla cittadinanza per tutte le persone che nascono in territorio statunitense. Per questo una coppia di persone immigrate senza permesso di soggiorno può avere dei figli che invece sono cittadini statunitensi.

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