Lo sciopero contro Esselunga nel weekend di Pasqua
Organizzato nella zona di Milano dai lavoratori delle aziende che portano la spesa a casa, sta causando parecchi disagi

Venerdì è iniziato uno sciopero dei lavoratori delle aziende che fanno le consegne a domicilio per la catena di supermercati Esselunga. Il blocco ha creato molti disservizi all’azienda, soprattutto in vista del weekend lungo festivo, e andrà avanti fino alle 14 di domenica. Sabato sui suoi canali social, Esselunga ha scritto «ci scusiamo con i nostri clienti per i problemi di consegna della spesa online dovuti a cause indipendenti dalla nostra volontà». Alcuni clienti hanno ricevuto messaggi di disdetta delle consegne e proposte di risarcimenti.
Lo sciopero è stato indetto da Filt Cgil e coinvolge i dipendenti delle aziende Brivio & Viganò, Cap Delivery e Deliverit dei centri distributivi della Lombardia di Settimo Milanese, Dione Cassio, Varedo e Lallio. La zona di Milano è quella in cui si concentra la maggior parte dei negozi della catena.
Tra i motivi dello sciopero Filt Cgil elenca «comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie: persone messe a riposo senza alcuna giustificazione operativa, mentre ad altre è richiesto di lavorare in regime straordinario, ben oltre il normale orario. A ciò si aggiungono pressioni indebite sul personale affinché sostituiscano chi si rifiuta di lavorare con mezzi sovraccarichi, in evidente violazione delle norme sulla sicurezza».
In un comunicato Esselunga ha detto di essere «estranea alla vertenza sindacale». Il sindacato sostiene invece che Esselunga, che è committente delle aziende di logistica da anni, sia a conoscenza di questi problemi ma si sia «sempre voltata dall’altra parte, non garantendo sicurezza e correttezza». Dice anche di aver proposto soluzioni concrete ma di non essere stato ascoltato.
Esselunga si è lamentata del fatto che durante lo sciopero sia stato bloccato il rifornimento di pane e beni di prima necessità, cosa che invece il sindacato nega. Nel suo comunicato stampa Esselunga ha detto anche che «qualora le agitazioni non cessassero immediatamente e non riprendesse il dialogo tra le organizzazioni sindacali e le aziende trasportatrici, Esselunga si troverà costretta a valutare il ricorso alla cassa integrazione per circa 750 persone operanti nei centri coinvolti». Il sindacato ha risposto definendola una minaccia.

La prefettura di Milano ha convocato un tavolo di confronto a cui hanno aderito le aziende di consegne, Esselunga e il sindacato: è previsto per il prossimo 23 aprile.



