In Tunisia una quarantina di oppositori politici è stata condannata per cospirazione contro il governo

Un tribunale della Tunisia ha condannato a pene dai 13 ai 66 anni gli imputati di un grosso processo che secondo l’opposizione è politicamente motivato, nel contesto della deriva autoritaria e repressiva del presidente Kais Saied e del suo obiettivo di eliminare ogni opposizione. La notizia è stata riportata da Reuters e dall’agenzia di stampa tunisina TAP. Gli imputati erano una quarantina, tra noti leader dell’opposizione, giornalisti, imprenditori e avvocati, ed erano accusati di aver cospirato contro il governo e contro Saied. Circa la metà degli imputati era scappata all’estero dopo aver saputo delle accuse mentre altri 9 si trovano in carcere dal 2023. La prima udienza era stata a marzo, ma la decisione del tribunale era stata rimandata due volte.
Prima della sentenza uno degli avvocati degli imputati, Ahmed Souab, aveva commentato: «in tutta la mia vita non ho mai assistito a un processo così. È una farsa, le sentenze sono già scritte e quello che sta succedendo è scandaloso e vergognoso». Da quando è stato eletto presidente nel 2019, Saied ha limitato le libertà politiche e di stampa, represso i partiti di opposizione e accentrato molti poteri intorno alla sua figura, in un contesto di progressivo logoramento della democrazia in Tunisia. A partire dal 2021, Saied ha poi progressivamente smantellato molte istituzioni democratiche bloccando i lavori del parlamento, assumendo gli incarichi di governo e cominciando di fatto a governare da solo con azioni che i suoi oppositori definiscono un «colpo di stato».
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