Non si sa come sia caduta la funivia a Castellammare di Stabia
Si è rotto un cavo e sono morte quattro persone, e ci sono volute due ore per avere la certezza dell'incidente

Giovedì quattro persone sono morte per la caduta di una cabina della funivia del monte Faito a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, dopo che si è rotto il cavo di trazione, cioè la grossa fune metallica che trascina le cabine e le fa spostare tra una stazione e l’altra. Una quinta persona è in gravi condizioni all’ospedale del Mare di Napoli. La procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta contro ignoti per disastro colposo e omicidio plurimo colposo e ha sequestrato l’impianto. Su come sia avvenuto l’incidente mancano ancora molte informazioni.
Sull’impianto viaggiavano due cabine in direzioni opposte: le persone morte e quella ferita erano a bordo della cabina più vicina alla vetta al momento della rottura del cavo. Sono morti il macchinista (in questo tipo di funivia generalmente ce n’è sempre uno che accompagna le persone che salgono e scendono), Carmine Parlato di 59 anni, e tre dei quattro turisti a bordo. Due di loro sono stati identificati: una donna israeliana, Janan Suliman di 25 anni, e una britannica, Margaret Elaine Winn, di 58. Il terzo morto è un uomo sempre di nazionalità britannica, ancora non identificato. Il ferito ha trent’anni ed è di nazionalità israeliana: venerdì mattina l’ospedale ha fatto sapere che la sua prognosi resta riservata.
La corsa della funivia era iniziata alle 14:40 e doveva durare in tutto otto minuti. Le due cabine hanno iniziato a muoversi in sensi opposti, una verso monte e l’altra verso valle. C’era molto vento ma la Protezione civile della Campania aveva diramato un’allerta meteo gialla a partire dal pomeriggio: è un livello di allerta normalmente non preoccupante, che le tabelle della Protezione civile indicano come “allerta ordinaria”. Il presidente dell’Eav (l’azienda regionale che gestisce la funivia), Umberto De Gregorio, ha poi spiegato che a volte l’impianto viene chiuso se c’è vento troppo forte ma evidentemente ieri il direttore della funivia non aveva ritenuto che fosse necessario.
Alle 14:46 è però scattato un allarme per guasto, ricostruisce Repubblica. Dopo l’incidente il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, ha detto che secondo le prime ricostruzioni dei tecnici dell’Eav si era spezzato un cavo di trazione. La cabina più a valle si è bloccata grazie a un freno d’emergenza vicino alla base della funivia a Castellammare ed è rimasta sospesa a una ventina di metri d’altezza. A bordo c’erano un altro macchinista e nove passeggeri (una famiglia tedesca di cinque persone e due coppie di studenti in Erasmus, francesi e tedeschi): sono tutti stati evacuati dai soccorritori, che li hanno fatti scendere con un verricello e gli imbraghi di sicurezza.
Quella più in alto, che era vicina alla stazione di arrivo, è invece caduta. Non è ancora chiaro però quando, né cosa esattamente non abbia funzionato. Vicinanza ha detto che evidentemente il freno d’emergenza non si è attivato ma per ora non si sa perché il cavo si sia rotto. Si sa che dopo l’allarme per il guasto la cabina è rimasta nel vuoto e a un certo punto, dopo le 15:15, ha cominciato ad arretrare lungo il filo in discesa, prendendo progressivamente velocità. Secondo i primi rilievi si è staccata dal filo cadendo nel vuoto dopo pochi secondi. De Gregorio ha detto che secondo le ricostruzioni la cabina sarebbe andata a sbattere contro un pilone prima di precipitare dopo che si era rotto il cavo di trazione.
Ci sono volute due ore però per avere la certezza che la cabina fosse caduta. Da valle la vista era resa molto difficile dalla nebbia e dagli alberi. I soccorritori hanno provato a chiamare il macchinista di bordo che però non ha mai risposto. Alle 17 l’Eav ha confermato che non aveva più aggiornamenti dalla cabina ed è solo dopo le 17:15 che le forze dell’ordine hanno detto che la cabina era caduta e che delle persone erano morte.
Poco prima delle 19 la squadra del soccorso alpino e speleologico ha trovato la cabina, tre persone morte e una ferita a circa metà del percorso della funivia, nel bosco centinaia di metri più a valle rispetto alla stazione di arrivo sul monte Faito. Intorno alle 19:20 i tecnici della Guardia di finanza hanno trovato la quarta persona morta, che inizialmente non si trovava. I soccorsi in zone come quelle non sono semplici: la vegetazione è molto fitta e il terreno è scosceso. In più, c’era la nebbia e iniziava a calare il sole, entrambi fattori che diminuiscono ulteriormente la visibilità.

Vigili del fuoco vicino a dove è stata trovata la cabina caduta, il 17 aprile (ANSA/CESARE ABBATE)
La funivia del Faito aveva riaperto da una decina di giorni, per la stagione turistica estiva, dopo la chiusura invernale durante la quale – ha detto De Gregorio – ci sono stati i collaudi. Altri controlli sono stati fatti nel marzo del 2024 da ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa). L’anno scorso l’hanno utilizzata 108 mila passeggeri. Permette di raggiungere in otto minuti la cima del monte, a 1.100 metri d’altitudine, partendo da una stazione della Circumvesuviana.
L’impianto fu costruito nel 1952 e nel 1960 ci fu un incidente in cui morirono quattro persone e ne rimasero ferite 31. Nel 2012 la funivia chiuse per mancanza di fondi e fu poi riaperta nel 2016 dopo lavori di manutenzione. Nel 2021 la cabina che scendeva dal monte rimase bloccata per più di un’ora a causa di un’interruzione della corrente elettrica, con 31 persone a bordo.