La Russia non considera più i talebani come un gruppo terroristico

Giovedì la Corte Suprema russa ha sospeso la designazione dei talebani come gruppo terroristico, che era in vigore dal 2003. È un passaggio indicativo dell’avvicinamento in corso tra il regime russo e quello dei talebani, che hanno ripreso il potere in Afghanistan nel 2021.
Il governo dei talebani non è riconosciuto come legittimo da nessun paese del mondo, ma negli ultimi anni delegazioni dei talebani sono comunque state invitate in Russia in varie occasioni ufficiali: nel 2022 e nel 2024 avevano partecipato al Forum economico di San Pietroburgo (un convegno annuale di leader politici e imprenditori vicini alla Russia) e nel luglio di un anno fa il presidente russo Vladimir Putin li aveva definiti «alleati nella lotta al terrorismo». Questo avvicinamento si spiega anche nel contesto di maggiore isolamento internazionale della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
Nel 2003 la Russia dichiarò i talebani un’organizzazione terroristica per il sostegno che diedero ai separatisti del Caucaso. Le cose sono cambiate dopo il ritorno al potere dei talebani: la Russia è stata, insieme alla Cina, uno dei primi paesi a riattivare la sua ambasciata a Kabul, anche nell’ottica di una cooperazione economica. Russia e talebani hanno almeno un nemico in comune: il gruppo terroristico ISIS-K, affiliato all’ISIS e attivo principalmente in Afghanistan, responsabile dell’attentato di marzo dell’anno scorso al teatro Crocus City Hall di Mosca in cui furono uccise 145 persone.
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