L’Italia quest’anno spenderà il 2 per cento del PIL in difesa
Lo hanno detto Meloni e Giorgetti: dovrebbe riuscirci contando in modo diverso alcune voci di spesa, senza aumentare gli investimenti

Giovedì il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, durante un’audizione in parlamento sul documento di finanza pubblica, ha detto che nel 2025 l’Italia riuscirà a spendere per la difesa il 2 per cento del PIL (prodotto interno lordo), cioè il minimo che la NATO chiede dal 2014. L’impegno è stato confermato sempre giovedì dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che era in visita ufficiale negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump. L’Italia non ha mai raggiunto quell’obiettivo ed è tra i paesi occidentali che spendono meno nella difesa. Trump ha chiesto ripetutamente ai paesi membri della NATO di spendere di più.
«Con riferimento alle spese per la difesa», ha detto Giorgetti, «il lavoro di ricognizione secondo la metodologia NATO, effettuato con particolare scrupolo, lascia ritenere che già da quest’anno saremo in grado di raggiungere l’obiettivo del 2 per cento del PIL assunto nel 2014».
Per il 2025 l’Italia aveva destinato alla difesa l’1,57 per cento del PIL: raggiungere il 2 per cento significa aumentare la spesa di circa 10 miliardi di euro, una cifra enorme. Stando a quanto discusso preliminarmente nel governo, tuttavia, questi soldi non saranno investiti direttamente in spese militari: nel bilancio per la difesa saranno fatte rientrare, entro i limiti consentiti dalle regole della NATO, altre spese che l’Italia sostiene già. Riguardano per esempio le pensioni militari, che finora rientravano prevalentemente nel bilancio dell’INPS, le spese per lo Spazio, quelle per la Guardia Costiera e alcune voci di spesa della Protezione civile. In altre parole, l’Italia non farà nuovi investimenti diretti nella difesa, ma conterà in modo diverso alcune spese che già sosteneva.
L’obiettivo della spesa militare al 2 per cento del PIL è una questione di cui si discute da anni. Dei 32 paesi che aderiscono alla NATO, l’alleanza militare creata nel secondo dopoguerra di cui fanno parte gli Stati Uniti e la stragrande maggioranza dei paesi europei, oltre all’Italia sono attualmente sotto al 2 per cento solo Spagna, Belgio, Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Canada. Al momento i 27 Stati membri dell’Unione Europea spendono in media per la difesa tra l’1,9 e il 2 per cento del PIL (a seconda dei parametri utilizzati per calcolarla, alcune voci rientrano oppure no nel computo delle spese militari).
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