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  • Giovedì 17 aprile 2025

La strategia di Elon Musk per fare più figli possibili

Un'inchiesta del Wall Street Journal sostiene che ne sia ossessionato, e che abbia pagato più di una donna per tacere sulla sua paternità

(AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
(AP Photo/Manuel Balce Ceneta)
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Il Wall Street Journal ha pubblicato un’inchiesta sull’ossessione di Elon Musk per la riproduzione, e sul modo in cui gestisce i rapporti con le donne con cui ha avuto dei figli o con cui vorrebbe averne. Per quello che si sa infatti al momento Musk ha almeno 13 figli da quattro donne diverse, ma secondo alcune testimonianze è probabile che siano di più. Tra gli altri l’ha sostenuto di recente in un’intervista anche la figlia ventunenne Vivian Wilson, che da tempo non frequenta più il padre ed è molto critica nei suoi confronti.

L’articolo del Wall Street Journal si basa in particolare sulla testimonianza dell’influencer conservatrice Ashley St. Clair, che ha 26 anni e da mesi sta cercando di ottenere che Musk riconosca il figlio che hanno avuto insieme. Non è la prima volta che il Wall Street Journal pubblica articoli molto informati su faccende che riguardano la vita privata di Musk: l’anno scorso, prima che Musk diventasse uno dei più stretti collaboratori di Donald Trump, aveva ricostruito il suo rapporto con l’uso di sostanze stupefacenti.

St. Clair aveva reso pubblica la sua storia a febbraio con un post sui social, ma nell’inchiesta del Wall Street Journal è emerso che quello che è successo a lei sarebbe successo in passato anche ad altre. Musk sarebbe infatti attivamente impegnato nel cercare donne disposte ad avere figli col suo sperma, e attraverso il suo fidato collaboratore Jared Birchall le obbligherebbe poi a non parlarne facendo firmare loro lauti accordi economici. Oltre alla testimonianza di St. Clair il giornale cita fonti anonime di persone vicine a Musk, documenti e messaggi privati.

St. Clair e Musk si erano conosciuti nella primavera del 2023: inizialmente lui aveva cominciato a seguirla e a scriverle su X, il social network che possiede dal 2022, quando ancora si chiamava Twitter, e su cui posta anche decine di messaggi al giorno. A un certo punto l’aveva invitata a visitare la sede di X e i due avevano cominciato a frequentarsi. St. Clair ha detto che lui ha cominciato a parlare di «scegliere un nome» dopo la prima volta che fecero sesso, e che in generale le parlava spesso di figli.

St. Clair ha raccontato al Wall Street Journal che quando rimase incinta Musk avrebbe insistito perché facesse un parto cesareo (in un post su X aveva sostenuto la teoria del tutto infondata secondo cui col parto naturale si ridurrebbe la dimensione del cervello dei bambini) e per non far circoncidere il neonato, ma che lei aveva rifiutato entrambe le cose. Al momento del parto fu contattata da Birchall, storico consulente di Musk che si è occupato delle donazioni alla campagna elettorale di Trump, ma che gestisce anche le faccende che riguardano i suoi affari familiari, che le avrebbe chiesto di non citare Musk nel certificato di nascita del bambino.

Oltre a questo, Birchall le avrebbe offerto di firmare un accordo con cui accettava 15 milioni di dollari e 100mila dollari al mese come assegno di mantenimento fino ai 21 anni del bambino. In cambio St. Clair avrebbe dovuto accettare di non dire mai a nessuno che Musk è il padre. St. Clair non firmò e anzi insistette, anche per vie legali, per avere un test di paternità. Quando ha reso pubblica la sua storia sui social, Musk ha ritirato la proposta dell’accordo da 15 milioni e la questione si è spostata in tribunale. La corte suprema di New York ha ordinato un test di paternità da cui è risultato che le probabilità che Musk sia il padre sono del 99,9999 per cento.

Birchall avrebbe detto a St. Clair che lo stesso accordo che le aveva proposto era stato raggiunto anche con altre madri dei figli di Musk: cosa che è stata confermata al Wall Street Journal da altre fonti. L’obiettivo di questi accordi sarebbe mantenere il più possibile nascosto il legame di Musk con alcuni dei suoi figli e assicurarsi che le madri non ne parlino con nessuno. Contattato dal giornale, Musk non ha commentato. Dopo l’uscita dell’articolo, ha scritto su X «TMZ >> WSJ», sostenendo quindi che il Wall Street Journal è peggio dello screditato giornale di gossip TMZ.

Oltre a ricostruire la storia di St. Clair il Wall Street Journal mette insieme alcuni elementi che fanno capire come Musk abbia sviluppato una sorta di ossessione per il fatto di fare più figli possibile. St. Clair ha fatto leggere ai giornalisti del Wall Street Journal dei messaggi in cui lui parlava di voler arrivare ad avere una «legione» di figli «prima dell’apocalisse», e in cui le proponeva, mentre era incinta, di coinvolgere altre «madri surrogate» per raggiungere questo scopo.

In altri messaggi Musk ha raccontato a St. Clair di essere stato avvicinato da «funzionari giapponesi» durante una conferenza a Austin, in Texas, che gli hanno chiesto di donare il suo sperma a una «donna di alto profilo» e che lui l’ha fatto.

Musk fa spesso riferimenti al suo obiettivo di fare molti figli per contrastare la denatalità dei paesi occidentali, appoggiandosi a un’idea nota come “pronatalismo” molto popolare nell’estrema destra statunitense. Il Wall Street Journal ha scritto che una fonte anonima ha raccontato di aver assistito a una conversazione in cui Musk esprimeva preoccupazione per il fatto che la natalità nei paesi meno sviluppati fosse maggiore di quella di Stati Uniti ed Europa. «Secondo fonti vicine a lui», scrive ancora il Wall Street Journal, «è intenzionato a correggere questo momento storico contribuendo a far venire al mondo esseri umani di elevata intelligenza». Il modo per farlo sarebbe spingere le persone istruite a fare figli.

Spesso inoltre Musk lega questi discorsi sulla natalità al suo altro obiettivo di mandare gli esseri umani su Marte con la sua società spaziale, SpaceX, e far diventare il genere umano “multiplanetario” per evitare che si estingua.

Con la sua prima moglie, Justine, Musk ha avuto sei figli ma il primogenito era morto da piccolo. Con la cantante Grimes poi ne ha avuti altri tre, e altri quattro donando il proprio sperma a Shivon Zilis, che oltre a essere una dirigente di Neuralink è una delle persone più vicine a Musk: secondo fonti a lui vicine avrebbe uno «status speciale» ed è infatti spesso presente insieme a lui in occasioni pubbliche. Al biografo di Musk Walter Isaacson, Zilis ha detto che Musk «vuole davvero tanto che le persone intelligenti abbiano figli, e così mi ha incoraggiato a farli».

Il Wall Street Journal ha intervistato anche Tiffany Fong, un’influencer sul tema delle criptovalute che ha sostenuto Trump durante la campagna elettorale. Ha raccontato di essere stata contattata da Musk su X in quel periodo. Inizialmente lui è diventato suo follower portandole enorme visibilità e quindi guadagni, poi l’ha contattata per chiederle se volesse fare un figlio con il suo sperma ma lei ha rifiutato. Ha raccontato la cosa ad alcune persone tra cui St. Clair e quando Musk l’ha scoperto l’ha sgridata per la poca discrezione e ha smesso di seguirla, cosa che ha avuto un impatto negativo sul suo lavoro come influencer.

Tra le altre cose, Birchall si è occupato dell’acquisto di un complesso di abitazioni ad Austin, in Texas, dove secondo una fonte del Wall Street Journal Musk immaginava di far vivere i suoi molti figli con le rispettive madri. È lì che vive Zilis con i suoi quattro figli e dove a volte passa del tempo anche Musk. Grimes invece ha rifiutato di andarci a vivere. Birchall è stato anche molto partecipe nella causa per la custodia dei figli tra Musk e Grimes che si è conclusa lo scorso agosto. Grimes ha parlato spesso molto male di Musk da quando si sono separati, criticando il fatto che l’abbia lasciata senza soldi e che esponga i figli in modo inappropriato per la loro giovanissima età. Secondo persone informate ora i due avrebbero la custodia dei figli a settimane alterne.