La Russia ha condannato quattro giornalisti accusati di essere coinvolti nelle attività di Alexei Navalny

Il tribunale di Nagatinsky, a sud di Mosca, ha condannato quattro giornalisti russi a cinque anni e mezzo di carcere ciascuno con l’accusa di aver «fatto parte di un’organizzazione estremista»: Antonina Favorskaya, Artyom Kriger, Konstantin Gabov e Sergei Karelin, in particolare, erano accusati di essere stati coinvolti nelle attività di Alexei Navalny, a lungo considerato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, ucciso in un carcere di massima sicurezza in Siberia nel febbraio del 2024. Tutti e quattro erano stati arrestati nel 2024 con l’accusa di aver raccolto materiale e prodotto video per la fondazione anticorruzione di Navalny, dichiarata come estremista nel 2021, e per il suo canale YouTube.
Tutti e quattro ritengono le accuse nei loro confronti risibili, e sostengono di non aver lavorato per la fondazione, ma di aver semplicemente documentato i fatti che la riguardavano. Oltre alla condanna, il tribunale ha stabilito che i giornalisti non potranno gestire siti web per tre anni.
Gabov e Karelin in passato avevano lavorato per la sede di Mosca dell’emittente pubblica tedesca DW, oltre che per altri media russi e stranieri, ed erano stati arrestati nell’aprile del 2024. Favorskaya e Kriger invece lavoravano per Sota.Vision, uno dei pochi media russi rimasti indipendenti nel paese: Favorskaya, in particolare, fu la persona che riprese e diffuse l’ultimo video di Navalny, registrato il giorno prima della sua morte, e che prima di essere arrestata documentò estesamente il suo funerale a Mosca. Sota.Vision ha detto che Kriger invece era stato incriminato per aver intervistato persone per strada.
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