È iniziato il processo per santificare Antoni Gaudí
L’architetto catalano è stato dichiarato “venerabile” ma i passaggi successivi (la beatificazione e la canonizzazione) non sono così immediati

Lunedì papa Francesco ha proclamato l’architetto catalano Antoni Gaudí “venerabile servo di Dio”, un titolo che è il primo passaggio del lungo processo di beatificazione e canonizzazione con cui la Chiesa cattolica istituisce nuovi santi. L’iniziativa per farlo santo è cominciata negli anni Novanta e questo sviluppo è finora il più importante. Gaudí fu uno dei maggiori architetti modernisti della sua epoca e legò il suo nome alla Sagrada Familia, la basilica di Barcellona a cui si dedicò pressoché totalmente, anche se progettò diversi altri celebri edifici.

Antoni Gaudí, al centro con la barba, all’interno della Sagrada Familia, nel 1915 (Wikimedia)
Gaudí, nato e vissuto nella regione spagnola della Catalogna, era profondamente religioso e già alla sua morte, nel 1926, fu definito “l’architetto di Dio”, epiteto con cui è tuttora conosciuto. Secondo i suoi biografi riteneva il proprio mestiere una missione al servizio di Dio, al punto che negli ultimi 12 anni della sua vita lavorò esclusivamente alla Sagrada Familia e andò ad abitare in prossimità del cantiere. La costruzione della basilica iniziò nel 1882 e dall’anno successivo Gaudí, all’epoca trentunenne, fu incaricato del progetto. È tuttora incompiuta e i lavori dovrebbero finire l’anno prossimo, nel centenario della morte di Gaudí.
Per queste ragioni, non è così sorprendente che il processo di canonizzazione sia andato avanti. Il passaggio di lunedì, tecnicamente, è avvenuto con un decreto del papa ed è il primo di tre. Quelli successivi sono la beatificazione e infine la canonizzazione: per ognuno è necessario che venga riconosciuta l’intercessione del candidato beato-santo per almeno un miracolo. Per diventare santi, quindi, ne servono due. Salvo rari casi di solito è un processo lungo e laborioso, che include le indagini da parte della Chiesa, e possono volerci anche decenni (o secoli, a seconda dei santi).

L’interno della Sagrada Familia durante una messa, nel luglio del 2023 (AP Photo/Emilio Morenatti)
Il teologo e biografo di Gaudí, Armand Puig, ha spiegato al quotidiano catalano La Vanguardia che diventare “servo di Dio” concretamente significa riconoscere che Gaudí può essere ritenuto un esempio di virtù per le persone di fede cattolica. Per i “servi di Dio”, però, non è consentito il culto pubblico: per quello bisogna essere almeno beati.
È da più di quarant’anni che si parla della possibilità che Gaudí diventi beato o santo. Nel 1992 a Barcellona venne fondata un’associazione con questo preciso scopo, che nel 2023 è stata assorbita dall’arcidiocesi della città che ha ridato impulso alla pratica, attivandosi col Vaticano.

La Sagrada Familia nel suo quartiere di Barcellona (© Jordi Boixareu/ZUMA Press Wire)
C’erano comunque già stati alcuni sviluppi. Nel 2000 il Vaticano autorizzò l’apertura del processo di beatificazione di Gaudí e nel 2003 l’associazione gli inviò una documentazione di 1.024 pagine in cui ricostruiva la «vita esemplare» dell’architetto. Nel 2010 infine la Sagrada Familia venne consacrata durante una cerimonia a cui partecipò l’allora papa, Benedetto XVI. In passato l’associazione l’ha fatta facile ma, a differenza che per la vita integerrima e frugale, dimostrare l’intercessione per almeno un miracolo non è una cosa così immediata o facile.
I lavori della Sagrada Familia – l’opera più importante, imponente e visionaria di Gaudí – sono durati così tanto per la complessità e l’ambizione del progetto, ma anche per le volte che lui stesso cambiò idea. Gli viene attribuita questa frase, proprio sulla lentezza dei lavori: «Il mio committente, Dio, non ha fretta».
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