Il piano del governo per provare a salvare lo stabilimento della Beko a Siena
Prevede di cercare aziende interessate a rilevarlo, e mettere in cassa integrazione i 299 dipendenti fino al 2027

Il governo si è accordato con la multinazionale di elettrodomestici Beko per evitare la chiusura definitiva del suo stabilimento di Siena e il licenziamento dei 299 dipendenti che ci lavorano. I lavoratori saranno messi in cassa integrazione fino al 2027, e lo Stato – tramite Invitalia – e il comune di Siena si impegneranno a trovare altre aziende disposte a far ripartire la produzione (che comunque rimarrà ferma dalla fine del 2025 al 2027) ed eventualmente a valutare l’acquisto dell’impianto. In caso non venga trovata nessuna società disposta a investire sul sito lo Stato, la Beko e i sindacati torneranno a trattare.
Il piano industriale dell’azienda presentato a novembre prevedeva il licenziamento di oltre 1.900 dipendenti in Italia, compresi tutti quelli di Siena: erano quasi la metà dei 4.400 dipendenti dell’azienda in Italia. Fin da subito i lavoratori e l’amministrazione comunale si erano decisamente opposti e avevano organizzato diversi cortei di protesta.
Il piano prevede che gli esuberi per i dipendenti dello stabilimento, dove attualmente si producono congelatori, siano volontari e incentivati economicamente dalla Beko: offrirà bonus di 90mila euro lordi per chi deciderà di lasciare l’azienda. Gli altri dipendenti rimarranno in cassa integrazione per più di due anni e riceveranno un bonus da 15mila euro. Prima però i consigli dei lavoratori dovranno approvare il piano nei prossimi giorni, e poi lo dovrà firmare il governo. I rappresentanti sindacali che hanno partecipato alle trattative hanno detto di essere parzialmente soddisfatti dall’accordo, considerando la pessima situazione di partenza, in cui l’azienda voleva licenziare tutti i dipendenti. Anche il governo si è detto soddisfatto.
Con questo accordo, considerando i vari stabilimenti di Beko in Italia, i licenziamenti previsti diminuiranno da quasi 2mila a 1.284 (fra cui i 299 lavoratori di Siena, che dovrebbero essere assunti dall’eventuale altra azienda che rileverà lo stabilimento entro il 2027). Le altre quattro fabbriche, che si trovano in provincia di Varese, Ancona, Ascoli Piceno e Caserta, non saranno chiuse, ma in molti casi riconvertite e ridimensionate. Beko intende infatti trasferire le produzioni in Romania, Egitto e Turchia, dove i costi sono minori: in Italia rimarranno la progettazione, il design, lo sviluppo dei prodotti e alcune produzioni di alta gamma.
Gli stabilimenti in questione appartenevano un tempo all’azienda italiana Indesit: erano stati poi acquisiti nel 2014 dalla statunitense Whirlpool. Passarono a Beko nel 2024, quando la sezione europea di Whirlpool si fuse con quella del gruppo turco Arçelik, proprietario anche di Beko.



