Sui registri elettronici non potranno più esserci giochi o pubblicità
Il ministero dell'Istruzione ha inviato una circolare dopo le discussioni nate su ClasseViva a partire da un'inchiesta della “Stampa”

Il 4 aprile il ministero dell’Istruzione e del Merito ha inviato a tutte le scuole italiane e agli uffici scolastici regionali, cioè gli uffici periferici del ministero, le indicazioni su come gestire il registro elettronico, specificando che non deve contenere iniziative commerciali o di marketing. Dal 2012 il registro elettronico è lo strumento di comunicazione ufficiale tra scuola, genitori e studenti: contiene voti, medie, materiali didattici, compiti da fare a casa, lezioni svolte in classe, circolari, comunicazioni istituzionali, esito degli scrutini, e serve a comunicare assenze, uscite e ritardi.
La circolare del ministero è arrivata dopo un’inchiesta del quotidiano La Stampa pubblicata il 5 marzo, che mostrava come in uno dei principali software di registro elettronico utilizzati in Italia fossero presenti sezioni con giochi e offerte commerciali di vario tipo. Il software in questione è ClasseViva, viene fornito da una società di Parma, il Gruppo Spaggiari, e viene utilizzato da 300mila insegnanti, 2,5 milioni di genitori e 1 milione di studenti in 2.800 scuole sparse in tutta Italia che pagano un canone annuale al Gruppo Spaggiari per l’uso della piattaforma.
All’interno di questo software, oltre all’area didattica e al registro vero e proprio, c’è una sezione chiamata MyTools che ha poco a che fare con le comunicazioni ufficiali tra scuola e famiglia: contiene brevi contenuti di approfondimento su vari temi, ma anche giochi, link che rimandano a siti commerciali o a servizi a pagamento con proposte di prestiti studenteschi, corsi di lingue, soggiorni-studio. C’è anche una sezione specifica legata al sito Spaggiari con più di 20mila prodotti e servizi utili per le scuole.
Dopo l’inchiesta della Stampa, segnalata dalla madre di una studentessa alla dirigente scolastica di un liceo di Torino, c’erano stati diversi interventi critici su questa anomalia di ClasseViva da parte di associazioni di insegnanti e dirigenti scolastici. Era intervenuta anche Assoscuola, l’associazione che raggruppa le aziende fornitrici di software e servizi per le scuole di cui, dal 2021, il Gruppo Spaggiari non fa più parte per non aver sottoscritto il codice etico dell’associazione stessa.
Agostino Ghiglia, giurista e componente del Garante della privacy, l’autorità italiana per la protezione dei dati personali, era intervenuto sulla questione chiedendosi poi chi fosse il titolare del trattamento dei dati nell’estensione del registro ClasseViva, se la scuola o la piattaforma, e per quanto tempo quei dati venissero conservati. Aveva poi fatto sapere che il Garante stava portando avanti ispezioni nelle scuole sui fornitori dei registri elettronici.
Dopo l’inchiesta il Gruppo Spaggiari era intervenuto spiegando, tra le altre cose, che il servizio MyTools era «in fase di lancio» e che era per il momento «utilizzato da 300 scuole, 200mila genitori e 100mila studenti», dunque non da tutti gli utenti del registro. Contattato per un commento, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva subito definito «inaccettabile» la presenza di giochi e pubblicità sul registro elettronico.
Come promesso dal ministro, è poi arrivata la circolare del ministero, in cui si dice che «il registro non deve contenere iniziative commerciali o di marketing, trasferimento di dati a soggetti terzi, messa a disposizione di contenuti non essenziali (mini-games, oroscopo, chat), esposizione di banner pubblicitari o rinvio a siti di terze parti contenenti proposte commerciali di qualunque categoria merceologica (acquisto di libri, di materiale scolastico)». Nella circolare si dice anche che i registri elettronici «devono essere esclusivamente orientati al soddisfacimento delle finalità di organizzazione e gestione delle attività educative» e che «i dati contenuti devono essere pienamente e facilmente trasferibili ad altri registri o applicazioni rispetto a specifiche esigenze delle istituzioni scolastiche». Il Gruppo Spaggiari ha fatto a sua volta sapere che le indicazioni del ministero sono state accolte «con piacere e soddisfazione».
Sui registri elettronici c’è però un’altra questione in discussione da tempo, che la circolare del ministero non risolve. Non è infatti chiaro perché in Italia esistano vari software di registro elettronico a pagamento scelti da ciascuna scuola e gestiti da società private e non esista invece una piattaforma unica, pubblica e gratuita, come avviene in altri paesi. A marzo Valditara aveva spiegato che il ministero stava «facendo un’analisi per la valutazione dei costi benefici in termini di efficienza e di impatto economico sull’eventuale adozione di un software unico a livello nazionale per i registri elettronici».



