Cosa sappiamo della storia del 19enne che ha ucciso il padre in Trentino
Bojan Panic è stato scarcerato la sera stessa del suo arresto: avrebbe agito per difendere la madre e dopo anni di maltrattamenti

Nella notte tra giovedì e venerdì Bojan Panic, 19 anni, ha ucciso suo padre Simeun, 46 anni di origine bosniaca, nell’appartamento dove abitavano col resto della famiglia a Mezzolombardo, in Trentino. Il 19enne ha subito ammesso di avere accoltellato il padre e ha riferito ai carabinieri e alla pubblica ministera di averlo fatto per difendere la madre, da tempo vittima dei maltrattamenti del marito, come lei stessa ha confermato. Bojan Panic è stato portato in carcere la sera di venerdì ma è stato rilasciato poche ore dopo perché secondo la procura di Trento non c’erano le condizioni per la misura cautelare. «La detenzione, vista la situazione di questo ragazzo, sarebbe stata dannosa anche sotto il profilo personale», ha spiegato venerdì il procuratore capo Sandro Raimondi.
In un’intervista al Corriere del Trentino pubblicata domenica Raimondi ha spiegato meglio le ragioni che hanno portato alla rapida scarcerazione di Panic. Ha parlato di «una situazione di violenza familiare», che quindi esclude la pericolosità del 19enne verso altre persone (uno dei requisiti per cui si dispone una misura cautelare come il carcere). Ha detto che si tratta di un ragazzo giovane, finora incensurato, e che il carcere – che sarebbe quello per adulti essendo maggiorenne – potrebbe avere su di lui un impatto psicologico negativo, e che rischierebbe di farsi del male da solo. Ora quindi Bojan Panic è libero e indagato per omicidio.
Stando a quanto ricostruito finora, i soccorsi sono stati chiamati verso le 2 del mattino di venerdì dal fratello minore di Bojan Panic, che ha 17 anni. Il 19enne ha aspettato l’arrivo dei carabinieri e poi è stato portato in caserma, dove ha raccontato i maltrattamenti subiti da sua madre per anni. Bojan Panic e la madre hanno detto agli investigatori che Simeun Panic era un uomo violento: era spesso ubriaco, controllava ossessivamente la moglie, la aggrediva verbalmente, la minacciava ogni giorno e la picchiava.
La sera dell’omicidio la donna aveva detto al figlio di aver scaricato l’applicazione per smartphone Where Are U: trasmette automaticamente al numero unico di emergenza 112 alcuni dati su chi sta chiamando, tra cui i numeri di telefono di altre persone inseriti dalla stessa come contatti per le emergenze. Madre e figlio hanno raccontato che Simeun Panic è tornato a casa ubriaco e ha aggredito la donna. A quel punto il 19enne lo ha accoltellato, pare con uno dei coltelli che aveva nascosto per timore che il padre potesse usarli contro la madre.
Questa storia ricorda per certi versi quella di Alex Cotoia, che nel 2020 a 19 anni uccise a Collegno (Torino) il padre violento per difendere la madre durante una lite. Il percorso giudiziario del suo caso è stato finora piuttosto complesso: è stato assolto a metà gennaio dopo due processi di appello. Secondo i giudici, agì per difendere se stesso, la madre e il fratello.
Per quanto riguarda Bojan Panic, tuttavia, il procuratore capo Raimondi ha detto che è ancora troppo presto per valutare l’ipotesi di legittima difesa. Intanto il 19enne è a casa di alcuni parenti insieme alla madre e al fratello. Lunedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Simeun Panic e il 19enne sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Gianmarco Giua.



