L’operazione di polizia a Milano in cui sono state arrestate decine di giovani

È stata presentata con toni piuttosto enfatici, perché ha a che fare con una questione molto dibattuta

Persone che fanno shopping in centro a Milano
(Emanuele Cremaschi/Getty Images)
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Cinquanta persone, di cui 18 minorenni, sono state arrestate a Milano con le accuse di aver compiuto scippi e rapine in strada e nelle stazioni della metropolitana, e aver fatto parte di un gruppo che riciclava gli oggetti rubati. I molti giovani arrestati sono italiani di seconda generazione, cioè figli di persone immigrate, in prevalenza dall’Egitto. Sono accusati di rapina, mentre nove persone sono accusate di ricettazione e riciclaggio, e di associazione a delinquere. Per i minorenni è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per gli altri 32 è stato emesso un provvedimento di fermo sulla base di venticinque episodi di furti e rapine che la procura considera certi.

L’operazione è stata presentata con toni piuttosto enfatici dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, probabilmente perché ha a che fare con una tipologia di reati che di recente è stata al centro di molti dibattiti, a Milano e non solo: quelli commessi da giovani per strada, che aumentano la percezione di insicurezza nelle città. Solitamente Piantedosi promuove le grosse operazioni di polizia che hanno a che fare con la criminalità organizzata, o il sequestro di grandi quantità di sostanze stupefacenti.

Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, le persone arrestate si muovevano a gruppi di tre o quattro e assalivano altre persone, in particolare in metropolitana, con calci e pugni, in alcuni casi anche con dello spray urticante. Le persone aggredite erano soprattutto turisti, passeggeri, e spesso coetanei di origine straniera. Gli oggetti rubati erano in genere di scarso valore, come collane e orologi, con poche eccezioni (qualche orologio di lusso dei marchi Rolex e Cartier, e una collana da ottomila euro).

Gli oggetti venivano poi portati in un appartamento nella zona di San Siro, a ovest della città, dove viveva una famiglia di origine rumena di sette persone (tutte arrestate), che poi li rivendeva in Romania. All’inizio le persone accusate dei furti e delle rapine andavano in questo appartamento per vendere gli oggetti rubati, poi avevano iniziato ad avvalersi di due intermediari, tra cui una ragazza minorenne.

Le indagini erano iniziate lo scorso luglio dopo un controllo a tre ragazzi che erano stati trovati senza documenti. Sul telefono di uno di loro c’era la fotografia di un orologio di marca Cartier che era stato rubato a un uomo alcuni giorni prima. Da qui le indagini si erano ampliate: le immagini di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche hanno permesso di risalire agli autori delle rapine e dei furti.

Piantedosi ha elogiato le forze dell’ordine e sottolineato come le persone arrestate siano «perlopiù giovani e giovanissimi» di seconda generazione, dicendo che sono «spesso protagonisti di numerosi episodi di violenza». Il sindaco di Milano Beppe Sala ha parlato esplicitamente di un’operazione contro i cosiddetti “maranza”, un’espressione che esiste dagli anni Ottanta ma che oggi è generalmente usata con una connotazione negativa, spesso razzista, per indicare i ragazzi e le ragazze che vivono nelle periferie, in molti casi italiani di seconda generazione con origini dal Nord Africa, e che si riconoscono anche dall’abbigliamento (tute in acetato, scarpe da ginnastica, borsello e smanicato). Piantedosi si è limitato a parlare dell’operazione di polizia, Sala invece ha un po’ approfondito la questione perché nella sua città è stata molto d’attualità in tempi recenti. «Questi ragazzi da un lato vanno seguiti, educati, però dall’altro, quando sbagliano ripetutamente, e quelli fermati oggi hanno sbagliato ripetutamente, devono scontare la pena», ha detto Sala.

In generale il tema dei reati commessi da giovani o giovanissimi è molto sentito a Milano, così come in altre città. Questo perché la percezione della sicurezza è molto legata ai reati cosiddetti “di strada”, quelli che spesso sono fatti da persone giovani e a volte in gruppo raccontati dai media sotto la definizione di “baby gang” (in cui peraltro si possono far rientrare varie tipologie di gruppi). I dati della Direzione centrale della polizia criminale (Criminalpol) dicono che nel 2023 i minorenni tra i 14 e i 17 anni denunciati o arrestati in Italia sono diminuiti del 4,5 per cento rispetto al 2022 (da 32.522 a 31.173), anche se le segnalazioni complessive per reati compiuti da minorenni sono aumentate del 10,5 per cento rispetto a quindici anni fa. Sono diminuite le denunce e gli arresti per furto, estorsione, minaccia, rissa e percosse, mentre sono aumentate quelle per rapina e violenza sessuale. 

A Milano da qualche settimana stanno facendo discutere le “ronde anti maranza” compiute da uomini tra i venti e i trent’anni, di destra, che aggrediscono ragazzi di seconda generazione con l’obiettivo dichiarato di riportare la sicurezza in città. Il sindaco Sala ha già condannato questo movimento in più occasioni, polizia e carabinieri stanno indagando per capire chi ne faccia parte.