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  • Sabato 29 marzo 2025

Cosa c’è nell’accordo di governo in Groenlandia

È abbastanza vago, ma si parla di indipendenza, sviluppo economico e difesa, temi diventati centrali a causa delle dichiarazioni aggressive degli Stati Uniti

La conferenza stampa in cui è stato presentato l'accordo di governo. Da sinistra a destra: Aqqalu Jerimiassen, del partito Solidarietà, Jens-Frederik Nielsen leader dei Democratici, l'attuale primo ministro Múte Bourup Egede di Comunità Inuit e Vivian Motzfeldt, del partito Avanti, Nuuk, 28 marzo 2025 (Leon Neal/Getty Images)
La conferenza stampa in cui è stato presentato l'accordo di governo. Da sinistra a destra: Aqqalu Jerimiassen, del partito Solidarietà, Jens-Frederik Nielsen leader dei Democratici, l'attuale primo ministro Múte Bourup Egede di Comunità Inuit e Vivian Motzfeldt, del partito Avanti, Nuuk, 28 marzo 2025 (Leon Neal/Getty Images)
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Venerdì il leader dei Democratici Jens-Frederik Nielsen ha prestato giuramento per diventare il nuovo primo ministro della Groenlandia. Sarà a capo di una coalizione formata da quattro dei cinque partiti che sono entrati in parlamento con le elezioni dello scorso 11 marzo. È un’alleanza ampia, che i leader politici hanno raccontato come un governo di unità nazionale, necessario ad affrontare il periodo piuttosto complicato che sta attraversando l’isola.

Da mesi infatti la Groenlandia è tornata al centro degli interessi economici e politici del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che dice di volerla annettere «in un modo o nell’altro». Per questo durante la campagna elettorale si è parlato molto di indipendenza, difesa e autonomia, che sono anche i principali punti dell’accordo di governo, comunque ancora abbastanza vago.

La Groenlandia è un paese enorme e molto poco popolato, che fa parte da secoli del territorio della Danimarca, seppur con ampie autonomie. Quello dell’indipendenza non è un tema nuovo: se ne discute da tanti anni, ma appunto è diventato molto più urgente da quando Trump ha iniziato a contestare l’autonomia dell’isola.

I partiti che fanno parte della coalizione del nuovo governo hanno una posizione piuttosto cauta in merito: sono quasi tutti a favore, ma dicono che dovrebbe avvenire in modo graduale e ragionato. Il governo controllerà 23 dei 31 seggi del parlamento: all’opposizione rimarrà soltanto Naleraq, l’unico che invece avrebbe voluto un’indipendenza immediata e che era arrivato secondo alle elezioni.

Il nuovo primo ministro Jens-Frederik Nielsen, dei Democratici, e quello uscente Múte Bourup Egede, di Comunità Inuit (che farà sempre parte dell’alleanza di governo e diventerà ministro delle Finanze), 28 marzo 2025, Nuuk, Groenlandia (Photo by Leon Neal/Getty Images)

– Leggi anche: Perché la Groenlandia è così ambita

Nell’accordo si dice soltanto che «il processo di indipendenza non dovrà essere accelerato», che verranno avviati dei negoziati con il governo danese e che sarà prevista una consultazione popolare. Di un possibile referendum si era parlato anche nei mesi scorsi, quando l’ex primo ministro Múte Egede aveva ipotizzato di farlo coincidere con le elezioni legislative, ma poi non se n’era fatto niente. Il primo ministro Nielsen, che ha 33 anni ed è il più giovane della storia groenlandese, ha detto di voler avviare subito i negoziati con la Danimarca, tenendo a mente che lo scopo principale è quello di difendere l’autonomia dell’isola da ingerenze esterne.

Tra i fattori che complicano la faccenda dell’indipendenza c’è quello economico: la Groenlandia riceve poco meno di 600 milioni di euro di fondi all’anno dal governo danese, che è circa metà del bilancio dell’isola e che non saprebbe come reperire diversamente.

Anche per questo Nielsen in campagna elettorale ha parlato spesso della necessità di rendere l’isola indipendente economicamente prima che politicamente. Ha promesso di sviluppare il settore industriale e migliorare lo sfruttamento delle ampie risorse minerarie della Groenlandia, che peraltro sono tra i principali motivi dell’interesse di Trump. I quattro partiti hanno inserito nell’accordo di governo anche la necessità di sviluppare l’industria della pesca, la principale attività economica dell’isola.

Vivian Motzfeldt, leader dei socialdemocratici di Avanti, ha detto al giornale groenlandese Sermitsiaq che tra le priorità del prossimo governo ci sarà inevitabilmente anche un rafforzamento della difesa, di cui però non ci sono dettagli nell’accordo di governo. Al momento la Groenlandia ha accordi sia con la Danimarca, che ha recentemente aumentato i fondi destinati alla sicurezza dell’isola, sia con gli Stati Uniti, che a Pituffik, nel nord ovest del paese, hanno una grossa base militare. Il governo, dice Motzfeldt, avvierà delle trattative con entrambi e, parallelamente, con l’Unione Europea.

Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance e sua moglie Usha Vance mentre lasciano la Groenlandia dopo la visita alla base di Pituffik (Jim Watson – Pool / Getty Images)

Proprio durante una visita a Pituffik venerdì il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha accusato la Danimarca di non fare abbastanza per proteggere la Groenlandia dalle mire espansionistiche di Russia e Cina. Ha negato di voler espandere la presenza militare degli Stati Uniti sull’isola, ma ha anche detto che se loro non si interesseranno alle sue sorti «allora lo faranno altri».

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