Il cugino di J.D. Vance combatteva per l’Ucraina e ora è piuttosto arrabbiato

«Siamo gli utili idioti di Vladimir Putin», ha detto criticando il cugino e Donald Trump per il nuovo approccio alla guerra in Ucraina

Il vicepresidente J.D. Vance, a un evento elettorale nell'ottobre del 2024 (AP Photo/John Locher)
Il vicepresidente J.D. Vance, a un evento elettorale nell'ottobre del 2024 (AP Photo/John Locher)

Domenica il quotidiano francese Le Figaro ha pubblicato un’intervista a Nate Vance, cugino del vicepresidente statunitense J.D. Vance. Nate Vance ha 47 anni, sette più di J.D., e ha passato gli ultimi tre in Ucraina come volontario al fronte combattendo contro i soldati russi. È tornato negli Stati Uniti nel gennaio del 2025 perché non poteva rischiare «di essere catturato», ha raccontato lui, vista l’importanza che nel frattempo aveva assunto la sua famiglia.

Nell’intervista Nate Vance è stato particolarmente critico con il cugino e con l’amministrazione statunitense per la posizione assunta riguardo alla guerra fra Russia e Ucraina e per l’esito dell’incontro fra Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca di fine febbraio. Ha detto:

Donald Trump e mio cugino credono chiaramente di poter ammansire Vladimir Putin. Si sbagliano. I russi non hanno intenzione di dimenticare il nostro sostegno all’Ucraina. Siamo gli utili idioti di Vladimir Putin.

Nate Vance racconta di essere molto deluso dal cugino, che definisce come «un tipo a posto, intelligente». Dice che quando lo sentiva criticare gli aiuti all’Ucraina capiva che si trattava del «gioco della politica» e della necessità di andare incontro a un certo tipo di elettorato: «Ma quello che hanno fatto a Zelensky è stata un’imboscata in assoluta malafede».

Nate Vance è nato in Texas, suo padre è fratello della madre del vicepresidente: J.D. ha scelto nel 2013 il cognome della nonna che lo ha cresciuto. Negli anni i due cugini hanno passato periodi insieme, anche a Middletown, Ohio, dove è ambientato il romanzo autobiografico di Vance che lo ha reso famoso, Elegia americana.

Convinto Repubblicano, Nate Vance fece parte del corpo dei marines fra i 18 e i 22 anni, poi ne passò quasi venti da dipendente di un’industria petrolifera. Nel 2022, quando la Russia invase l’Ucraina, andò a Leopoli perché sentiva che «quella guerra era diversa dalle altre», ma anche per «voglia di avventura». Dopo un breve ritorno a casa, dal giugno 2022 si unì a un gruppo militare conosciuto come «I lupi di Da Vinci» che combatteva nel Donbass: le sue conoscenze militari e la grande abilità di tiratore erano apprezzate, il gruppo crebbe in rilevanza e partecipò a battaglie importanti come quelle di Kupiansk, Bakhmut, Avdiivka e Pokrovsk.

La casa di Middletown, Ohio, dove J.D. Vance è cresciuto, al centro del libro Elegia americana (AP Photo/Carolyn Kaster)

Rimase a combattere sul fronte fino a un paio di mesi fa, ora viaggia in camper nell’Ovest degli Stati Uniti e sta cercando un editore per le sue memorie di guerra. Dice di voler continuare «a difendere l’Ucraina in altro modo» e di aver provato a ricontattare il cugino senza successo: «Quando ho sentito che J.D. giustificava la sua diffidenza verso Zelensky sulla base dei servizi che ha visto in tv volevo strangolarmi. Suo cugino era in prima linea, avrebbe potuto raccontargli tutto, senza interessi personali. Ma non ha mai davvero voluto saperne di più».

In seguito a questa intervista Nate Vance è stato poi ospitato anche da alcune televisioni statunitensi, fra cui la CNN.