C’è un nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi

Sono passati 18 anni da quando venne uccisa nella sua casa di Garlasco: per il delitto era stato condannato il suo ex fidanzato Alberto Stasi

La villetta della famiglia Poggi a Garlasco, fotografata nel 2007 durante le indagini (©Manuele Mangiarotti/LaPresse)
La villetta della famiglia Poggi a Garlasco, fotografata nel 2007 durante le indagini (©Manuele Mangiarotti/LaPresse)
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C’è una nuova persona indagata per l’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne che fu uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua casa a Garlasco, in provincia di Pavia: è Andrea Sempio, un amico del fratello di Poggi che all’epoca dei fatti aveva 19 anni. Sempio era già stato indagato anni fa, ma le accuse contro di lui erano state archiviate. Per l’omicidio di Poggi era stato condannato nel 2015 in via definitiva a 16 anni di carcere Alberto Stasi, il suo ex fidanzato, che è tuttora detenuto nel carcere di Bollate, in provincia di Milano.

Chiara Poggi fu uccisa nella villetta in cui viveva assieme alla famiglia, mentre era sola in casa. Morì a causa di colpi inferti alla testa e al volto con un’arma che non fu mai ritrovata. Sul suo omicidio ci furono grandi attenzioni sia da parte dei media che dell’opinione pubblica, mentre i processi che ne seguirono furono tra i primi in Italia basati interamente sulle perizie scientifiche.

Sempio era già finito al centro di indagini tra il 2016 e il 2017 per via della presenza del suo DNA riscontrata sotto le unghie della ragazza. Al tempo le indagini contro di lui furono archiviate perché la procura aveva ritenuto plausibile trovare lì sue tracce di DNA, visto che sia lei sia il fratello Marco e i loro amici usavano la tastiera del computer fisso a casa di Poggi. Per il giudice per le indagini preliminari, inoltre, non c’era un movente, e la quantità di DNA trovata non era ritenuta sufficiente per fare una comparazione attendibile. Vennero anche ignorate diverse informative dei carabinieri che avvisavano della presenza di tracce di un’altra persona oltre a Stasi.

Quando il procuratore di Pavia cambiò, furono ordinate nuove analisi, e i campioni del DNA di Sempio adesso sono stati analizzati con tecniche più aggiornate rispetto a quelle di allora.

In base ai documenti visti e citati dal TG1, che ha dato per primo la notizia, Sempio è accusato di omicidio in concorso con ignoti, oppure assieme a Stasi (per ora l’accusa è formulata con questa doppia ipotesi). La settimana scorsa si era rifiutato di fornire volontariamente il suo DNA, come richiesto da una prima informazione di garanzia; mercoledì dovrà quindi presentarsi nella sede della scientifica dai carabinieri di Milano per un esame salivare e un tampone disposti dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, che ha la competenza per l’omicidio di Garlasco. Le analisi serviranno per confermare ufficialmente che quel DNA appartiene a lui.

La vicenda giudiziaria sull’omicidio è stata molto lunga e ingarbugliata. Stasi era stato assolto due volte, sia in primo grado che in appello, ma nel 2013 la Corte di Cassazione aveva deciso di annullare la sentenza. Nel 2014 era stato quindi condannato a 16 anni di reclusione nel secondo processo d’appello, e in seguito la Cassazione aveva confermato la sua condanna. Tra le prove principali contro di lui c’erano i pedali della bicicletta vista davanti alla casa di Poggi nelle ore della sua morte, che secondo l’accusa erano stati scambiati con quelli di un’altra.

– Ascolta anche: Indagini. Garlasco, 13 agosto 2007