A Hong Kong sono stati assolti tre attivisti, in una rara vittoria giudiziaria del movimento pro-democrazia

A Hong Kong tre attivisti che avevano organizzato commemorazioni della strage di piazza Tienanmen del 1989, uno degli argomenti più controversi nella politica cinese, sono stati assolti dall’accusa di non aver condiviso alcune informazioni con la polizia: è uno dei rari successi giudiziari del movimento pro democrazia nella città semiautonoma nel sud della Cina, dove negli ultimi anni il governo centrale cinese ha progressivamente eroso i diritti civili. La sentenza è stata emessa dalla Corte di appello finale di Hong Kong ed è l’ultimo grado di giudizio previsto nel territorio. Gli attivisti si chiamano Chow Hang-tung, Tsui Hon-kwong e Tang Ngok-kwan.
Nei gradi di giudizio precedenti i tre erano stati condannati a 4 mesi e mezzo di carcere, già scontati. Erano accusati di non aver collaborato con la polizia, secondo cui facevano parte di un’organizzazione influenzata da paesi stranieri. In quanto tale, i tre avrebbero dovuto obbedire alle richieste, ma secondo i giudici che li hanno assolti l’accusa non è stata in grado di provare lo status di organizzazione straniera. L’accusa è quindi decaduta.
La sentenza è notevole proprio perché la Cina ha limitato fortemente le libertà civili a Hong Kong, che erano molto maggiori di quelle del resto del paese. Questo ha portato alla rigida repressione delle proteste contro le ingerenze del governo centrale cinese nell’amministrazione di Hong Kong, così come alle condanne a vario titolo di attivisti, politici e giornalisti critici della Cina.
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