Per entrare nel Regno Unito sarà necessaria un’autorizzazione
Entrerà in vigore ad aprile e riguarderà gli abitanti dell'Unione Europea: si può chiedere da oggi

A partire da oggi, 5 marzo, si può iniziare a compilare la domanda per richiedere l’ETA, l’autorizzazione di viaggio elettronica che dal prossimo 2 aprile sarà necessaria per tutte le persone residenti nell’Unione Europea (e dunque anche per i cittadini italiani) che vogliano entrare nel Regno Unito per un periodo inferiore a sei mesi.
La misura, introdotta già a gennaio per i cittadini extraeuropei, complica ulteriormente la circolazione delle persone tra il Regno Unito e l’Unione Europea.
Il costo dell’autorizzazione è di 10 sterline (12 euro circa), che dovrà pagare anche chi fa scalo in un aeroporto britannico e intende passare i controlli di frontiera per uscire momentaneamente dall’area di transito internazionale dell’aeroporto. Per questo motivo è importante controllare con la propria compagnia aerea se lo scalo prevede necessariamente un passaggio attraverso i controlli di frontiera. L’ETA non sostituisce il passaporto, che sarà necessario sia per ottenere l’autorizzazione che, successivamente, per entrare nel paese.
Non sarà necessario richiedere l’ETA per chi è già in possesso di un permesso per vivere o per studiare nel Regno Unito, come ad esempio un permesso di soggiorno, e per chi possiede la cittadinanza irlandese. L’autorizzazione non serve neanche per chi possiede la doppia cittadinanza britannica e italiana.
La domanda per ottenere l’ETA può essere presentata tramite il sito ufficiale del governo britannico, oppure utilizzando un’app che si chiama UK ETA. Successivamente sarà necessario aspettare fino a tre giorni lavorativi per ottenere il permesso (e quindi anche per sapere se la propria richiesta è stata approvata).
L’autorizzazione dura due anni, a meno che nel frattempo non scada il passaporto di chi la possiede. In futuro il governo britannico prevede di aumentare il costo dell’ETA da 10 a 16 sterline, cioè circa 20 euro.
Oltre ai paesi dell’Unione Europea la misura riguarda anche Andorra, Città del Vaticano, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia, San Marino e Svizzera.



