La sottosegretaria britannica allo Sviluppo internazionale si è dimessa in polemica coi tagli agli aiuti per finanziare la spesa militare

Anneliese Dodds, il 28 gennaio, a Londra per una riunione del governo
Anneliese Dodds, il 28 gennaio, a Londra per una riunione del governo (Leon Neal/Getty Images)

Nel Regno Unito si è dimessa la sottosegretaria allo Sviluppo internazionale, Anneliese Dodds, in polemica con la recente decisione del primo ministro Keir Starmer di tagliare i fondi agli aiuti internazionali per finanziare un significativo aumento della spesa militare. La scelta di Starmer rientra nel tentativo dell’Europa di prepararsi a un’eventuale riduzione del sostegno militare degli Stati Uniti, di cui ultimamente parla molto il presidente Donald Trump. Per alzare la spesa militare dal 2,3 al 2,5 per cento del PIL entro il 2027, come vuole fare il governo, servono 13,4 miliardi di sterline all’anno (circa 16 miliardi di euro) che verranno tolti agli aiuti esteri. Secondo Dodds i tagli renderebbero impossibile continuare i programmi umanitari e di sviluppo in varie zone del mondo, tra cui quelle dove ci sono guerre come la Striscia di Gaza, il Sudan o l’Ucraina.

Dodds, che fa parte del Partito Laburista di Starmer, resterà comunque parlamentare. Secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico il Regno Unito nel 2023 è stato il quinto paese per spesa in aiuti internazionali. Non è la prima volta che, in anni recenti, il governo britannico decide di ridimensionare i fondi agli aiuti internazionali: nel 2021 il primo ministro Boris Johnson, dei Conservatori, aveva ridotto la spesa dallo 0,7 allo 0,5 per cento del PIL e, anche allora la decisione aveva generato polemiche trasversali tra Laburisti e Conservatori. Prima del Regno Unito, gli Stati Uniti avevano cambiato nettamente approccio sugli aiuti internazionali: da quando è tornato presidente, Trump ha quasi smantellato USAID, la principale agenzia governativa che se ne occupa.

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