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  • Domenica 23 febbraio 2025

Israele ha sospeso la liberazione di prigionieri palestinesi

Almeno fino a che non ci sarà un ulteriore rilascio di ostaggi israeliani dopo quello avvenuto sabato, ma senza cerimonie sul palco

L'ostaggio Omer Wenkert durante la liberazione di sabato (AP Photo/Jehad Alshrafi)
L'ostaggio Omer Wenkert durante la liberazione di sabato (AP Photo/Jehad Alshrafi)
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato nelle prime ore di domenica che la prevista liberazione di 620 prigionieri palestinesi è sospesa: avverrà solo quando ci sarà un nuovo rilascio di ostaggi israeliani, e senza cerimonie sul palco. Secondo gli accordi della prima fase del cessate il fuoco fra Israele e Hamas i prigionieri palestinesi sarebbero dovuti uscire dalle carceri sabato, nell’ultimo scambio di questa fase. In mattinata Hamas aveva liberato sei ostaggi come da accordi, ma nel pomeriggio il conseguente rilascio dei palestinesi è stato prima ritardato e poi sospeso dal governo israeliano.

Hamas ha parlato di «palese violazione» degli accordi, e questo complicherà ulteriormente i già difficili negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco. Netanyahu in un comunicato ha motivato la decisione di non rispettare gli accordi con quelle che considera «ripetute violazioni» degli stessi da parte di Hamas, per via della ritualità durante la consegna «che umilia gli ostaggi» su un palco allestito appositamente.

I sei ostaggi israeliani liberati ieri erano gli ultimi vivi previsti nella prima fase: in tutto erano 33, 19 erano stati già liberati prima di sabato, e sia Hamas che Israele hanno confermato la morte dei restanti 8. Nelle prossime settimane Hamas avrebbe dovuto riconsegnare gli otto corpi.

Le famiglie dei prigionieri in attesa della loro liberazione a Ramallah, in Cisgiordania (AP Photo/Nasser Nasser)

Sabato le famiglie dei 620 palestinesi che dovevano essere liberati attendevano il loro ritorno fuori dalla prigione di Ofer in Cisgiordania o a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, dove una parte di loro sarebbe stata trasferita: tra di loro ci sono 50 palestinesi condannati all’ergastolo, 60 con lunghe condanne, 41 che erano stati nuovamente arrestati dopo essere stati liberati nel 2011 in un precedente scambio (per un soldato israeliano) e 445 incarcerati dopo il 7 ottobre e non sottoposti a processo.

Anche sabato, come nelle liberazioni precedenti, gli ostaggi erano stati costretti a salire su un palco insieme a miliziani di Hamas con il volto coperto e vestiti di nero, alla presenza di un largo pubblico. Ai prigionieri di solito viene consegnato un “certificato di liberazione” e la scenografia del palco contiene rivendicazioni di vittoria e anche qualche slogan di presa in giro di Netanyahu.

Pubblico a Nuseirat (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

Il primo ministro israeliano aveva poi minacciato ritorsioni in seguito a vari problemi legati alla consegna del corpo della donna israeliana Shiri Bibas, fra giovedì e venerdì.

Ad Hamas restano ancora 24 ostaggi vivi, che dovrebbe liberare nella seconda delle tre fasi del cessate il fuoco. I negoziati per definirla sono ufficialmente iniziati da due settimane, ma senza molti progressi: l’accordo generale prevedeva anche il ritiro totale dell’esercito israeliano dalla Striscia, oltre alla liberazione di altre centinaia di detenuti palestinesi.