La prima metropolitana in Italia
Fu la linea inaugurata il 9 febbraio di 70 anni fa a Roma, con decenni di ritardo rispetto ad altre grandi città anche a causa della guerra

Nel numero dell’Unità del 10 febbraio 1955 c’era un articolo intitolato “Da oggi andiamo in metrò”. Quella che oggi è una consuetudine quotidiana per decine di migliaia di persone al tempo era un evento storico: il giorno prima, un mercoledì, era stata infatti inaugurata a Roma la prima linea della metropolitana italiana, che collegava in circa dieci minuti la stazione Termini a quello che oggi è il quartiere dell’EUR. In Italia la metro arrivò con decenni di ritardo rispetto ad altri grandi paesi, ma fu comunque accolta con enorme entusiasmo.
In un video di presentazione della corsa inaugurale, il 9 febbraio di settant’anni fa, l’Istituto Luce parlava dello «strano incontro tra la Roma dei millenni e quella modernissima» come di una «leggenda divenuta realtà». La Stampa invece esaltò «il festoso viaggio del primo convoglio», così come i treni che potevano raggiungere gli 80 chilometri orari e portare 400 persone ciascuno.
«Otto minuti per venire, dodici per tornare, con brevi festose soste» nelle stazioni intermedie come quelle del Colosseo e del Circo Massimo, scriveva La Stampa. A bordo c’erano il presidente della Repubblica Luigi Einaudi con la moglie Ida, il cardinale di Roma Clemente Micara e il ministro dei Trasporti Bernardo Mattarella, padre dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nelle cronache dell’epoca si enfatizzavano le caratteristiche dei convogli e i loro dispositivi di sicurezza, come i sistemi di frenata e gli sportelli automatici. Il percorso era lungo 11 chilometri, di cui cinque in superficie. Un biglietto costava 40 lire.
I primi progetti per la costruzione di una metropolitana a Roma risalgono a fine Ottocento, ma le opere furono avviate solo durante il fascismo, nel 1938. Benito Mussolini avrebbe voluto che la linea fosse pronta per l’esposizione universale del 1942, che si sarebbe dovuta tenere nel quartiere E42, poi chiamato EUR (o E.U.R., da Esposizione Universale di Roma). A causa della Seconda guerra mondiale però l’esposizione non si svolse e i lavori furono sospesi, per riprendere solo nel 1948.
Le prime prove sulla tratta da Piramide a Esposizione Est furono fatte nel 1953. Durante la guerra le gallerie già parzialmente completate erano state usate come rifugio antiaereo dalla popolazione.
In Italia insomma la metro arrivò quasi novant’anni dopo rispetto a Londra, dove era stata aperta nel 1863, e oltre mezzo secolo in ritardo rispetto a Chicago, Parigi o New York, che cominciarono a usarla rispettivamente nel 1893, nel 1900 e nel 1904. In generale al tempo le metropolitane erano intese come vie di collegamento tra più stazioni, e non tanto come sistema alternativo di trasporto urbano: è per questo che all’inizio questa linea era conosciuta come Ferrovia dell’E42, e quando nel 1980 fu inaugurata la linea A assunse il nome di linea B.
«In molti tratti dei sei chilometri di scavo sono state trovate costruzioni romane, resti di ciclopiche mura, antichi collettori, avanzi di acquedotti, di palazzi, di templi, di circhi», scriveva sempre La Stampa, anticipando una questione nel tempo diventata molto nota. Nove anni dopo la metropolitana fu inaugurata anche a Milano, e in seguito anche a Genova, Napoli, Catania, Torino e Brescia.
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