Si vota in Kosovo, fra le consuete incertezze
Durante la campagna elettorale si è parlato soprattutto dei complicati rapporti con la Serbia, e a meno di sorprese vincerà il principale partito nazionalista di centrosinistra

Domenica 9 febbraio si tengono le elezioni parlamentari in Kosovo, un piccolo paese dei Balcani occidentali che si è reso indipendente dalla Serbia nel 1999 e che da allora vive in una specie di limbo: le relazioni con la Serbia sono ancora al centro della discussione pubblica e politica, e se ne è parlato parecchio anche durante la campagna elettorale. È difficile però che il risultato delle elezioni possa portare a qualche cambiamento concreto.
Il voto serve a rinnovare i 120 seggi della camera unica del parlamento kosovaro, 10 dei quali sono riservati per legge alla minoranza serba, e altri 10 ad altre minoranze. A meno di sorprese a ottenere la maggioranza relativa sarà Vetëvendosje!, “Movimento per l’autodeterminazione!”, il partito nazionalista e di centrosinistra guidato dal primo ministro uscente Albin Kurti. Difficilmente però otterrà la maggioranza assoluta dei seggi, e per rimanere al governo dovrà allearsi con uno dei 25 partiti che si presentano alle elezioni. Nella scorsa legislatura il principale partito di opposizione è stato il Partito Democratico del Kosovo, di centrodestra, che però a questo giro i sondaggi danno molto indietro.
Nella campagna elettorale si è continuato a parlare di una questione che è al centro del dibattito dal 2013, quando il governo kosovaro e la Serbia trovarono un complesso accordo per creare un governo condiviso in alcune cittadine del nord del Kosovo a maggioranza serba, in cui vivono circa 53mila persone (il Kosovo ha una popolazione totale di circa 1,6 milioni di persone). In base all’accordo del 2013, le cittadine a maggioranza serba avrebbero dovuto formare una Comunità autonoma all’interno dello stato kosovaro. Alcuni elementi dell’accordo sono stati realizzati, molti altri no: la Comunità per esempio non è mai stata formata, per via di varie questioni concrete su cui non si è mai trovato un compromesso, come la gestione delle scuole e le competenze delle varie autorità.
Più in generale fra il governo del Kosovo e quello serbo – guidato ormai da oltre dieci anni dalla destra nazionalista – c’è grandissima diffidenza reciproca, che rende complicata ogni trattativa. «Il Kosovo teme che una volta creata la Comunità autonoma la Serbia continuerà a non riconoscere l’indipendenza del Kosovo stesso, mentre la Serbia, dall’altra parte, teme che una volta riconosciuta l’indipendenza del Kosovo il governo kosovaro non realizzerà mai la Comunità autonoma», ha detto il politologo kosovaro Nexhmedin Spahiu a Deutsche Welle. Il Kosovo è uno dei paesi dei Balcani occidentali più allineati all’Occidente, ma finché non risolverà le questioni irrisolte con la Serbia non potrà aderire all’Unione Europea.

Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti (sinistra) e il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, a dicembre del 2024 (Simon Wohlfahrt, Pool Photo via AP)
Nelle scorse settimane non si è parlato soltanto dei rapporti con la Serbia ma anche di economia: il Prodotto Interno Lordo del Kosovo cresce, ma molto lentamente, in un contesto in cui ogni anno circa 30mila giovani kosovari si trasferiscono all’estero per studiare o lavorare.
I toni sono stati spesso sopra le righe. Un partito di centrodestra, la Lega Democratica del Kosovo, è stato multato perché un suo candidato al parlamento ha paragonato il primo ministro Kurti al leader nazista Adolf Hitler. Negli ultimi mesi comunque Kurti ha subìto critiche e attacchi anche da parte di parlamentari della sua maggioranza per via del suo convinto sostegno a una proposta di legge per legalizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso: il 90 per cento dei kosovari è musulmano, e alcuni di loro hanno posizioni molto conservatrici nei confronti della comunità LGBTQ+.
L’Unione Europea ha inviato un centinaio di osservatori elettorali per vigilare sulla correttezza delle operazioni di voto, ma non sono attesi disordini né particolari irregolarità.



