In Pakistan decine di persone sono state condannate per le proteste contro l’arresto dell’ex primo ministro Imran Khan nel 2023

Un tribunale militare del Pakistan ha condannato 60 persone a pene comprese tra i due e i dieci anni di carcere per le grandi proteste contro l’arresto dell’ex primo ministro Imran Khan nel maggio del 2023. Le condanne riguardano in particolare gli attacchi e i saccheggi di alcune strutture militari da parte dei manifestanti durante le ampie e piuttosto inedite contestazioni contro le forze dell’ordine e soprattutto contro l’esercito, che in Pakistan è molto influente. Tra le persone condannate ci sono un nipote di Khan e due ufficiali in pensione; altre 25 erano state condannate la settimana scorsa.
Khan fu eletto primo ministro nel 2018 con il partito nazionalista e populista Movimento per la giustizia del Pakistan (PTI), e il suo arresto fu il culmine di una lunga crisi politica che nell’aprile del 2022 portò al voto di sfiducia del parlamento. È stato incriminato per decine di capi di accusa che i suoi sostenitori ritengono motivati politicamente e si trova in carcere dall’agosto del 2023: dal suo arresto i suoi sostenitori hanno organizzato puntualmente ampie proteste, spesso sfociate in scontri violenti.