Cosa sappiamo sull’uomo arrestato per l’attacco a Magdeburgo, in Germania
È un medico di 50 anni, originario dell’Arabia Saudita (ma viveva in Germania dal 2006) e molto critico dell'Islam

L’uomo arrestato a Magdeburgo, in Germania, per l’attacco al mercatino di Natale della città è stato identificato come Taleb al Abdulmohsen, un medico cinquantenne originario dell’Arabia Saudita e residente in Germania dal 2006. Abita e lavora a Bernburg, a sud di Magdeburgo, capitale dello stato federale della Sassonia-Anhalt (quello di Magdeburgo). Secondo le ricostruzioni degli investigatori avrebbe guidato l’auto attraverso il mercatino per 400 metri, dopo aver sfondato le barriere di sicurezza.
Sabato il governatore dello stato della Sassonia-Anhalt, Reiner Haseloff, ha detto che almeno cinque persone sono state uccise nell’attacco e centinaia sono rimaste ferite.
Le motivazioni dell’attacco non sono chiare, ma la polizia ritiene che Abdulmohsen abbia agito da solo. Il procuratore Horst Walter Nopens ha detto che potrebbe aver avuto un ruolo la «insoddisfazione [di Abdulmohsen] verso il trattamento dei rifugiati sauditi da parte della Germania».
Un video circolato online mostra degli agenti di polizia mentre cercano di fermare e arrestare il sospettato (che non si vede) lungo Ernst-Reuter-Allee, una strada non lontana dal mercatino.
La ministra dell’Interno dello stato Tamara Zieschang ha detto che Abdulmohsen aveva un permesso di soggiorno permanente: nel 2016 gli era stato riconosciuto lo status di rifugiato. Era specializzato in psichiatria lavorava come medico nel penitenziario di Bernburg, un istituto gestito dallo stato della Sassonia-Anhalt e destinato al recupero dei condannati con problemi di tossicodipendenza. Il penitenziario ha fatto sapere che non andava a lavorare dallo scorso ottobre, grazie a dei permessi per malattie alle ferie.
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Prima dell’attacco e nei mesi scorsi Abdulmohsen si era espresso sui social, perlopiù in modo confuso e sconnesso, mostrando ostilità verso le autorità tedesche, da lui accusate di perseguitarlo. Nel 2019, in un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, aveva detto di essere «il più aggressivo critico dell’Islam nella storia» e che «non esiste un Islam buono». La ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha detto che Abdulmohsen aveva delle idee «islamofobe».
Si era professato ateo e diceva di temere di essere perseguitato in Arabia Saudita, a causa delle sue idee. «Così ho deciso di chiedere asilo in Germania. Non avrebbe avuto senso rischiare di dover tornare e poi essere ucciso», aveva detto. Negli anni ha aiutato varie donne e attivisti sauditi a lasciare il paese, dando informazioni sul sistema di accoglienza tedesco.

Due agenti della polizia scientifica esaminano l’auto utilizzata nell’attacco al mercatino (Hendrik Schmidt/dpa via AP)
Venerdì, in alcuni video pubblicati su X prima dell’attacco al mercatino, aveva parlato del presunto furto di una chiavetta USB dalla sua cassetta della posta da parte della polizia. Aveva anche accusato la Germania di volere «islamizzare l’Europa».
In altri post, pubblicati a marzo, aveva accusato la polizia di perseguitare lui e altri critici dell’Islam «per distruggere il nostro attivismo anti-Islam», e aveva detto che c’era «bisogno dell’AfD [il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland] per proteggere la polizia da se stessa». Già a maggio, sempre su X, aveva annunciato di volersi vendicare: gli utenti lo avevano segnalato alla piattaforma, e alcuni suoi post erano stati cancellati.