L’UNICEF ha annunciato nuove «pause umanitarie» nella Striscia di Gaza per completare la somministrazione dei vaccini contro la poliomielite
Giovedì Catherine Russell, la direttrice generale del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), ha annunciato che è stato raggiunto un accordo per fermare i combattimenti in alcune specifiche aree della Striscia di Gaza per permettere al personale sanitario dell’ONU di somministrare la seconda dose di vaccino contro la poliomielite ai bambini che abitano nella Striscia. Catherine Russell ha detto che la campagna comincerà il 14 ottobre e che le pause concordate serviranno a vaccinare in sicurezza 590mila bambini sotto i dieci anni.
A settembre la prima fase della campagna vaccinale era stata considerata un successo dall’ONU, che in due settimane aveva somministrato la prima dose al 90 per cento dei bambini con meno dieci anni presenti nella Striscia. Le somministrazioni erano avvenute nell’arco di due settimane, sfruttando la sospensione dei combattimenti per alcune ore al giorno nelle specifiche aree in cui la campagna stava avvenendo.
La poliomielite è una malattia che può provocare forme permanenti di paralisi e nei casi peggiori la morte. Nella Striscia di Gaza erano 25 anni che non c’era la poliomielite e fino a pochi anni fa il tasso di vaccinazione era del 99 percento, ma ad agosto era stato registrato almeno un caso. Con la guerra in corso non solo i bambini nati da poco non hanno potuto essere vaccinati, ma le condizioni igieniche sono peggiorate, con campi profughi sovraffollati, mancanza di acqua pulita e di sistemi efficienti per lo smaltimento di rifiuti e acque reflue.