Cosa dicono gli ultimi sondaggi pubblicabili prima delle elezioni europee

Non ci sono sorprese rispetto all'andamento delle ultime settimane, anche se nei prossimi 15 giorni i risultati potrebbero cambiare

Un manifesto elettorale di Giorgia Meloni su un autobus a Roma, 22 maggio 2024.
Un manifesto elettorale di Giorgia Meloni su un autobus a Roma, 22 maggio 2024. (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
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Giovedì 23 maggio era l’ultimo giorno disponibile per diffondere sondaggi sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee, regionali e comunali. Il divieto è imposto dalla legge sulla cosiddetta par condicio, che vieta la pubblicazione dei sondaggi nei 15 giorni precedenti all’appuntamento elettorale. Dato che le elezioni si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno, giovedì è l’ultimo giorno disponibile, perché in termini di procedure elettorali la legge considera domenica come giorno del voto.

Giornali e trasmissioni televisive hanno diffuso gli ultimi risultati, che non mostrano particolari sorprese nelle intenzioni di voto rispetto all’andamento degli ultimi mesi. Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si conferma intorno al 27%, mentre il Partito Democratico è al secondo posto, intorno al 21%. Nelle ultime settimane c’è stata una leggera crescita dei consensi per il PD, mentre il gradimento di Fratelli d’Italia è stato piuttosto stabile.

Da qui alle elezioni il risultato potrebbe cambiare: i sondaggi non cercano di prevedere come finirà un’elezione ma fotografano la realtà del momento, dato che alle persone intervistate chiedono quale partito voterebbero oggi. Come durante ogni campagna elettorale, inoltre, c’è una quota di elettori che dichiara di essere indecisa o di decidere all’ultimo se votare o meno. Tutto ciò potrebbe spostare diversi punti percentuali nelle prossime due settimane.

Giovedì 23 maggio il Corriere della Sera ha pubblicato i risultati di un sondaggio realizzato tra il 20 e il 21 maggio dall’istituto Ipsos, uno dei più autorevoli in Italia e in Europa, su un campione di mille persone. Fratelli d’Italia è dato al 26,5%, il Partito Democratico al 22,5%, il Movimento 5 Stelle al terzo posto con il 15,4%. Gli altri due partiti di maggioranza, Forza Italia e Lega, risultano essere rispettivamente al 9,2 e all’8,6%.

Il telegiornale di La7 si è come sempre affidato all’istituto SWG che ha realizzato un sondaggio tra il 15 e il 20 maggio. I risultati non si discostano molto da quelli di IPSOS. Fratelli d’Italia è al 27%, mezzo punto percentuale in più, il Partito Democratico al 21%, il Movimento 5 Stelle al 15,7%. Forza Italia e Lega sono sempre molto vicine, intorno all’8,4%.

Un altro modo per analizzare i risultati dei sondaggi è la cosiddetta supermedia realizzata da YouTrend. La “supermedia” non è una semplice media aritmetica dei sondaggi pubblicati dai diversi istituti demoscopici ma una media “ragionata”, cioè con diversi tipi di ponderazione sulla base della loro affidabilità e attualità (qui trovate maggiori dettagli). Per il calcolo vengono presi in considerazione i sondaggi pubblicati sui principali media italiani nelle due settimane precedenti.

Secondo la supermedia di YouTrend il consenso di Fratelli d’Italia è al 27,2%, quello del Partito Democratico al 21%. Il Movimento 5 Stelle è sempre in terza posizione. A differenza dei sondaggi di IPSOS e SWG, la supermedia dà la Lega sopra a Forza Italia: 8,7% contro 8,5%.

Grazie ai dati messi a disposizione dal sito Europe Elects è possibile controllare l’andamento nel tempo delle intenzioni di voto chieste dai sondaggi. Questo grafico mostra l’andamento dei principali partiti negli ultimi due anni.

La norma sulla par condicio non vieta di realizzare sondaggi, ma soltanto di diffonderli. Da venerdì 24 maggio fino al giorno prima del voto i sondaggi politici continueranno ad essere fatti, e a circolare fra addetti ai lavori, strateghi della campagna elettorale e politici. Alcuni anni fa andavano molto di moda siti che li distribuivano in maniera clandestina, camuffandoli da cronache su fantomatiche corse di cavalli o elezioni di papi. Nel 2018 l’AGCOM – l’autorità garante delle telecomunicazioni – ha annunciato che sarebbero stati puniti per violazione della par condicio anche i siti che pubblicavano i sondaggi in questa forma.