È stato respinto il procedimento con cui il Nicaragua aveva chiesto all’ONU di impedire alla Germania di vendere armi a Israele

Persone con bandiere israeliane
(AP Photo/Oded Balilty)

Martedì la Corte internazionale di giustizia, il più importante organo giudiziario dell’ONU, ha respinto il procedimento con cui l’8 aprile il Nicaragua aveva chiesto alla Corte stessa di imporre misure d’emergenza nei confronti della Germania per impedirle di continuare a fornire armi a Israele. La Corte ha respinto le richieste con 15 voti a favore e uno contrario perché, «sulla base delle informazioni fattuali e delle argomentazioni giuridiche presentate dalle parti», ha ritenuto di non avere a disposizione elementi sufficienti per applicare misure provvisorie.

La Germania è il secondo maggior fornitore di armi a Israele dopo gli Stati Uniti. Secondo l’accusa, il paese starebbe «facilitando un genocidio» attraverso l’invio di attrezzature militari e la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, in seguito parzialmente ripristinati. Nelle scorse settimane, la Germania si era difesa con due strategie principali. Da un lato ha cercato di smontare in maniera puntuale le accuse del Nicaragua, sostenendo che, dall’inizio della guerra, le vendite di armi a Israele avessero riguardato quasi esclusivamente equipaggiamento militare e armi difensive, ma non letali; dall’altro ha evidenziato come il paese percepisca come un dovere storico sostenere lo stato di Israele per via dell’Olocausto, pur nel rispetto del diritto internazionale.

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