Non bisogna allarmarsi per le zanzare che possono trasmettere la malaria trovate in Puglia

Il fatto che ci siano non significa che contengano il parassita che causa la malattia, e non è la prima volta che negli ultimi anni vengono rintracciate nel Sud Italia

Una zanzara vista da vicino sul dito di una persona
Una zanzara del genere Anopheles – ma non della specie Anopheles sacharovi – fotografata nel 2014 (James Gathany/CDC via AP)

Lo scorso settembre in alcune aree rurali della provincia di Lecce è stata fatta un’indagine scientifica per verificare la presenza di zanzare appartenenti a specie capaci di trasmettere la malaria. I risultati dello studio, condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata e dall’Istituto Superiore di Sanità insieme all’ASL di Lecce, sono stati pubblicati il 10 aprile sulla rivista scientifica Parasites & Vectors: di 216 zanzare e larve di zanzara catturate, 20 appartenevano alla specie Anopheles sacharovi, una di quelle che possono fare da vettore agli organismi unicellulari che causano la malaria.

Questo non significa che la malaria sia tornata in Italia, dunque non bisogna allarmarsi. Le zanzare in questione non erano parassitate dagli organismi unicellulari (per la precisione protozoi del genere Plasmodium) che causano la malattia, e inoltre erano poche. Per le autorità sanitarie è però importante prendere in considerazione i rischi legati alla presenza delle zanzare Anopheles. Nell’ultimo decennio in Italia sono stati segnalati centinaia di casi di malaria, quasi tutti relativi a persone che avevano viaggiato all’estero: se una zanzara Anopheles succhiasse il sangue di una persona infettata in questo modo, potrebbe poi diffondere la malattia. Dunque per prevenire un’eventuale reintroduzione della malaria le autorità sanitarie devono sorvegliare la presenza di queste zanzare, peraltro favorita dal cambiamento climatico.

Nel 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che ci siano stati 249 milioni di infezioni da malaria, quasi sempre a causa delle zanzare che sono portatrici sane della malattia (e che sono solo alcune tra le numerose specie di zanzare esistenti). Se curato subito, un paziente riesce a guarire senza particolari problemi, ma la malaria può portare alla morte se non si riceve un’assistenza sanitaria adeguata: in Africa, dove si registra più del 90 per cento dei casi e delle morti per malaria, continua a succedere.

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In Italia la malaria era una malattia endemica fino alla prima metà del Novecento: è di fatto scomparsa negli anni Cinquanta, dopo decenni di bonifiche, uso di insetticidi (principalmente il DDT, poi vietato per i danni che faceva) e progressi di vario genere nel miglioramento delle tecniche agricole e nel contrasto alla povertà.

Delle specie di zanzare che sono in grado di trasmettere la malattia, l’Anopheles sacharovi non era stata rilevata in Puglia nell’ultima indagine sui vettori della malaria, fatta alla fine degli anni Sessanta. La ricerca condotta lo scorso anno in provincia di Lecce è stata decisa a causa del ritrovamento di una singola zanzara Anopheles nel settembre del 2022 e ha confermato che questi insetti sono tuttora presenti nella regione.

Gli autori dello studio ritengono che le iniziative di contrasto alla malaria del secolo scorso abbiano grandemente ridotto la presenza di questa specie, ma che alcune popolazioni residue siano rimaste nelle aree rurali meno antropizzate. Pensano inoltre che di recente il loro numero potrebbe essere aumentato – fino a farcene accorgere – a causa del progressivo abbandono delle zone di campagna e dell’aumento di condizioni climatiche favorevoli.

L’Anopheles sacharovi non è la sola specie di zanzara capace di trasmettere la malaria che sia stata trovata negli ultimi anni nel Sud Italia, in particolare lungo le zone costiere. Finora la loro presenza non ha causato particolari problemi perché, come nota lo studio pubblicato su Parasites & Vectors, la loro «densità non risulta sufficientemente rilevante, dal punto di vista epidemiologico, da costituire una minaccia per la salute». Vanno però tenute sotto controllo con ulteriori indagini, anche in altre regioni del Sud.

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