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  • Venerdì 26 aprile 2024

Perché in Formula 1 si parla tanto di Adrian Newey, il direttore tecnico della Red Bull

È il progettista di auto da corsa più vincente di sempre e sembra che presto possa lasciare la Red Bull: in Italia molti sperano che vada alla Ferrari

Adrian Newey, 65 anni, lavora alla Red Bull dal 2006 (Mark Thompson/Getty Images)
Adrian Newey, 65 anni, lavora alla Red Bull dal 2006 (Mark Thompson/Getty Images)
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Negli ultimi giorni tutto quello che gira intorno alla Formula 1 è molto concentrato su Adrian Newey, il direttore tecnico della scuderia Red Bull. Newey ha 65 anni e viene considerato dagli esperti uno dei migliori progettisti di automobili da corsa di sempre: chi parla di lui lo definisce spesso un “genio”. Lavora alla Red Bull dal 2006 ma giovedì BBC Sport, uno dei media ritenuti più attendibili al mondo, ha scritto sulla base di sue fonti che Newey avrebbe comunicato alla Red Bull di voler lasciare presto la scuderia. Al momento comunque non c’è niente di ufficiale. Il motivo per cui andrebbe via dalla Red Bull è che sarebbe destabilizzato dalla complicata situazione interna, dovuta principalmente al caso non ancora risolto che riguarda il team principal (cioè il capo della scuderia) Christian Horner, accusato da una dipendente di comportamenti inappropriati nei suoi confronti.

Delle accuse a Horner si è parlato tantissimo negli ultimi mesi. La Red Bull ha condotto un’indagine interna e ha deciso, un po’ a sorpresa, di assolvere Horner e di sospendere la dipendente (la cui identità non è stata rivelata). Horner è rimasto quindi il team principal ma in molti, sia nella Formula 1 sia all’interno della scuderia stessa, sono scontenti di come la Red Bull ha gestito la cosa, minimizzandola molto. Secondo il sito specializzato The Race, è sempre più plausibile che o Horner stesso lascerà la Red Bull, oppure se ne andranno altri elementi chiave, come il pilota Max Verstappen, vincitore degli ultimi tre Mondiali, e appunto Adrian Newey.

Adrian Newey e Christian Horner (Rudy Carezzevoli/Getty Images)

Newey ha un contratto fino al 2025 con la Red Bull di cui non si conoscono tutte le clausole, per cui non è chiaro se eventualmente possa liberarsi già alla fine della stagione in corso e accordarsi con un’altra scuderia per la prossima. In ogni caso sembra che voglia lasciare la Red Bull ma non la Formula 1, ed è soprattutto questo il motivo per cui se ne sta discutendo così tanto: appassionati, giornali e addetti ai lavori si stanno chiedendo con insistenza dove andrà Newey, perché un suo trasferimento potrebbe avere un impatto molto rilevante sulla Formula 1. Tutte le altre scuderie vorrebbero averlo, considerata la sua abilità nel progettare monoposto veloci e all’avanguardia. Quelle che possono permetterselo però, sia per disponibilità economica, sia soprattutto per il livello di competitività (la Red Bull da tre anni sta dominando il Mondiale), sono poche: la Ferrari, la Mercedes e la Aston Martin.

In Italia se ne sta parlando moltissimo soprattutto perché ci sono grandi speranze che Newey possa andare alla Ferrari, e ci sono diverse ragioni per cui è una possibilità ritenuta plausibile. La prima è che nelle prime gare del Mondiale di quest’anno sta dimostrando di essere la seconda miglior scuderia dopo la Red Bull. C’è poi il fatto che la Ferrari, pur non vincendo un Mondiale piloti dal 2007, è ancora considerata la scuderia più prestigiosa di tutte, e dall’anno prossimo avrà come pilota uno dei migliori piloti di sempre, il britannico Lewis Hamilton (l’altro sarà ancora il monegasco Charles Leclerc). Lo scorso anno, in un episodio di Beyond the Grid, il podcast ufficiale della Formula 1, Newey aveva detto che rimpiangeva di non aver mai lavorato per la Ferrari e con piloti di successo come Lewis Hamilton e Fernando Alonso.

Adrian Newey con Max Verstappen e Lewis Hamilton (Clive Mason/Getty Images)

La Gazzetta dello Sport di venerdì ha aperto la sua edizione cartacea con tre pagine dedicate alla notizia, descrivendo nei suoi titoli Newey variamente come «mago», «genio della F1», «signore del vento» e «maestro indiscusso dell’aerodinamica»: c’è insomma grande attesa intorno a un suo possibile arrivo alla Ferrari. Ma al di là dei toni enfatici, durante la sua carriera Newey è stato effettivamente un grande innovatore, progettando spesso soluzioni talmente avanzate per le automobili che la Formula 1 in alcune occasioni ha dovuto cambiare i regolamenti, per evitare che la Red Bull risultasse troppo avvantaggiata da certe modifiche.

Chi non è molto pratico di Formula 1 potrebbe forse stupirsi della grande attenzione dedicata a una figura più che altro tecnica, ma gli appassionati di questo sport sono ormai abituati a conoscere bene anche aspetti molto specifici e meno in vista, come il lavoro di chi progetta le automobili, ritenuto importante almeno quanto quello di chi le guida. In questo contesto Newey negli ultimi decenni è stato uno dei più importanti progettisti in assoluto, e il più decisivo. In tutto ha contribuito alla vittoria di tredici titoli piloti (4 con la Williams, 2 con la McLaren e 7 con la Red Bull), dodici titoli costruttori e oltre 200 gran premi: nessun progettista ha raggiunto tanti successi.

Per il momento, comunque, non ci sono notizie ufficiali: il suo arrivo alla Ferrari è solo un’ipotesi. Diversi media, tra cui la stessa BBC, hanno menzionato una proposta molto ricca dell’Aston Martin, che può offrire a Newey molti soldi e la possibilità di lavorare con Fernando Alonso, ma attualmente non è una scuderia competitiva per la vittoria del Mondiale.

Nel 2026 però entreranno in vigore nuovi regolamenti, che cambieranno parecchio le monoposto (i motori diventeranno più pesanti e avranno una maggiore parte elettrica rispetto a quella attuale, mentre si ridurranno il peso e la lunghezza delle auto, per esempio). Questo vuol dire che le scuderie avranno almeno inizialmente più margine di azione nel disegnare da zero le nuove auto. Negli ultimi anni Newey ha ridotto il tempo che dedica alla Formula 1, concentrandosi anche su altri sport (la vela, la MotoGP) e delegando parte del suo lavoro operativo quotidiano. Ciò non toglie che, soprattutto a partire dal 2026, averlo a capo dello sviluppo delle macchine possa essere una scelta vincente per qualsiasi squadra con ambizioni di successo.