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  • Venerdì 19 aprile 2024

L’Italia, la Francia e i Samp-T

I governi dei due paesi sono titubanti a fornire le loro batterie antiaeree all'Ucraina, che le chiede per proteggersi dai missili russi: solo che in Puglia ci sarà il G7 e a Parigi le Olimpiadi, e servono anche da deterrente

Una batteria di difesa antiaerea statunitense Patriot utilizzata in Grecia, l'8 novembre 2017 (Foto del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti/AP)
Una batteria di difesa antiaerea statunitense Patriot utilizzata in Grecia, l'8 novembre 2017 (Foto del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti/AP)
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Giovedì il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, durante l’incontro dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, ha ribadito l’urgenza di rifornire l’Ucraina di sistemi di difesa antiaerea contro i continui bombardamenti da parte dell’esercito russo. Le dichiarazioni di Stoltenberg fanno seguito alle decine di appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che nelle scorse settimane aveva più volte denunciato la penuria di armi e munizioni a propria disposizione e la sproporzione rispetto agli alleati russi.

I dispositivi più efficaci con cui finora è stata garantita la difesa antiaerea dell’Ucraina sono fondamentalmente due: i Patriot di fabbricazione americana e i Samp-T di fabbricazione italofrancese. Il loro compito in sostanza è intercettare i missili (anche quelli ipersonici) diretti verso un certo obiettivo, abbattendoli mentre sono in aria con altri missili terra-aria.

Ma sull’ulteriore invio in tempi rapidi di entrambi questi dispositivi ci sono dei problemi. Per quanto riguarda i Patriot, negli Stati Uniti si è prodotto uno stallo politico che impedisce al presidente Joe Biden di inviare nuove armi e munizioni a Zelensky, comprese quelle per la difesa antiaerea. A partire dallo scorso ottobre, il Partito Repubblicano si sta opponendo all’approvazione del nuovo “pacchetto” di aiuti per motivi essenzialmente di propaganda elettorale, su impulso dell’ex presidente Donald Trump che a novembre sarà il candidato dei Repubblicani per la presidenza.

Quanto a Francia e Italia, i due paesi produttori di Samp-T, nel febbraio del 2023 inviarono congiuntamente una prima batteria antiaerea all’Ucraina. Ma quest’anno devono entrambi gestire grandi eventi, rispettivamente le Olimpiadi a Parigi e il G7 in Puglia. E spesso in queste occasioni gli Stati hanno bisogno di strumenti di deterrenza militare, quindi non vogliono privarsi di altre batterie antiaeree. Le Olimpiadi si svolgeranno tra la fine di luglio e la metà di agosto, e il presidente francese Emmanuel Macron ha più volte ribadito di voler impiegare il massimo sforzo per evitare attacchi e sventare minacce terroristiche. È perciò molto probabile che almeno una batteria di Samp-T (che in Francia viene chiamato Mamba) sia utilizzata con questa funzione: si spiega così la titubanza del governo francese nel valutare un nuovo invio all’esercito ucraino.

Anche in Italia si discute della possibilità che il governo di Giorgia Meloni mandi una nuova batteria di Samp-T. Dal 2013 l’Italia ne ha cinque a sua disposizione. Su come vengano utilizzati non si hanno notizie certe e ufficiali, anche per motivi di sicurezza nazionale. Una viene di solito usata per le esercitazioni della Difesa sia in ambito nazionale sia in ambito NATO, quando cioè i vari paesi membri dell’alleanza militare fanno simulazioni di interventi congiunti. Altre vengono impiegate all’estero, in coordinamento con la NATO: tra il giugno del 2016 e il dicembre del 2019 una è stata mandata in Turchia, a Kahramanmaras, per difendere il confine orientale da eventuali attacchi missilistici provenienti dalla Siria; una è tuttora in Kuwait, per l’operazione militare “Inherent Resolve” avviata dagli Stati Uniti per contrastare l’ISIS in Siria e in Iraq; un’altra è stata utilizzata tra l’aprile del 2023 e l’inizio di marzo del 2024 a Malacky, in Slovacchia, sempre in un’operazione NATO.

Di recente si è andata alimentando una polemica legata alla possibilità che il governo italiano inviasse quest’ultima batteria, quella in Slovacchia, in Ucraina. Ma è un’ipotesi abbastanza inconsistente. Stando a quanto riferiscono fonti del ministero della Difesa, infatti, quella batteria dovrà essere utilizzata con ogni probabilità per garantire la difesa antiaerea intorno a Borgo Egnazia, il lussuoso resort in provincia di Brindisi dove, dal 13 al 15 giugno, si svolgerà l’evento più importante del G7 a guida italiana, quando i capi di Stato e di governo delle sette democrazie più ricche e potenti al mondo si riuniranno per colloqui e discussioni. I protocolli di sicurezza in questi casi richiedono il massimo delle garanzie e l’utilizzo dei dispositivi militari più efficaci: e il Samp-T è la soluzione più ragionevole rispetto alle alternative possibili, come per esempio mandare alcune navi da guerra equipaggiate con gli stessi missili Aster-30 a largo delle coste di Brindisi. Nel 2025, poi, la stessa batteria potrebbe essere utilizzata per il Giubileo a Roma, come del resto già avvenne tra il 2015 e il 2016 in occasione dell’ultimo Giubileo straordinario indetto da papa Francesco.

Una batteria Samp-T al salone internazionale dell’aeronautica di Le Bourget, a Parigi, il 19 giugno 2023 (Ludovic Marin/LaPresse)

Ma Patriot e Samp-T sono stati dispositivi che si sono rivelati fondamentali per la difesa antiaerea dell’Ucraina. A partire da dicembre del 2022, dopo quasi dieci mesi dall’inizio dell’invasione e dopo che i bombardamenti russi avevano provocato enormi danni a strutture militari e civili causando centinaia di morti, i primi a inviare delle batterie di Patriot furono gli Stati Uniti. Alcuni mesi dopo anche gli alleati europei fecero lo stesso, sia pure in misura assai più limitata. All’inizio di febbraio del 2023, dopo un lungo negoziato, Francia e Italia concordarono di inviare congiuntamente all’Ucraina una batteria Samp-T con varie decine di missili, che è entrata effettivamente in funzione a partire dalla metà di giugno del 2023 dopo un lungo periodo di addestramento dei militari ucraini.

Patriot e Samp-T hanno sensibili differenze tecniche e operative, ma funzionano un po’ allo stesso modo. Ciascuna batteria è composta da vari camion blindati, chiamati moduli, che viaggiano insieme e vengono poi posizionati a breve distanza l’uno dall’altro, vicino all’obiettivo da proteggere: su un camion c’è installato il radar che monitora l’eventuale presenza di proiettili in aria da intercettare, su un altro (o altri) i lanciatori con i missili che, teleguidati con il radar, abbattono eventuali attacchi; su altri camion ci sono i militari che analizzano i dati e pianificano eventuali interventi da fare, i gruppi elettrogeni per garantire l’energia elettrica a tutti i dispositivi e i depositi di missili con cui rifornire i lanciatori (i Patriot possono sparare al massimo quattro missili a breve distanza l’uno dall’altro, i Samp-T al massimo otto). In caso di necessità, le batterie possono essere trasferite in un’altra zona e rese nuovamente operative nel giro di un’ora.

Dopo quasi un anno e mezzo da quando l’Ucraina ha ricevuto i primi sistemi di difesa antiaerei, però, alcune di quelle batterie di Patriot e Samp-T sono state danneggiate o colpite da bombe russe, altre hanno più banalmente consumato tutte le scorte di missili, e dunque sono inutilizzabili. Non ci sono notizie ufficiali, in particolare, sulla batteria di Samp-T italofrancese: a gennaio fonti russe avevano parlato di un suo abbattimento, ma le indiscrezioni non furono confermate da Italia e Francia, né soprattutto dall’Ucraina. È certo però che la batteria ha smesso di funzionare a pieno regime, verosimilmente per il progressivo esaurimento delle scorte.

– Leggi anche: Gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine sono cambiati

L’Ucraina è dunque tornata vulnerabile, e i bombardamenti russi vanno sempre più agevolmente a segno. Di fronte a questa situazione, la Germania è stata tra i paesi più determinati, ribadendo la necessità di aiutare Zelensky. Il governo tedesco, che nel dicembre scorso aveva inviato in Ucraina una sua batteria di Patriot, il 13 aprile ha annunciato l’invio di una seconda batteria. Mercoledì il ministro della Difesa Boris Pistorius e la ministra degli Esteri Annalena Baerbock hanno scritto agli Stati membri dell’Unione Europea e a quelli della NATO per sollecitare tutti a fornire all’Ucraina nuovi sistema di difesa antiaerea.

Se però alcuni governi tentennano, non è solo per la necessità di gestire in sicurezza gli eventi straordinari. A prescindere dalle Olimpiadi o dal G7, infatti, i comandi degli eserciti di vari paesi europei – tra cui l’Italia – sono preoccupati per il progressivo svuotamento delle riserve e dei depositi di armi in seguito all’invio di armi e munizioni all’Ucraina. Per esempio, dopo vari trasferimenti diretti al governo di Zelensky, nel 2023 l’Italia ha scelto una modalità di sostegno diversa: favorire contratti tra il governo ucraino e le aziende italiane pubbliche e private produttrici di armamenti, con commissioni passate nel giro di un anno da 3,8 a 417 milioni di euro. Non più, cioè, armi di cui l’esercito italiano si priva per darle all’Ucraina, ma armi di nuova produzione che il governo ucraino compra dalla nostra industria della difesa.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto in aula alla Camera dei deputati durante il question time, il 27 marzo 2024 (ANGELO CARCONI/ANSA)

C’è la possibilità che nei prossimi giorni lo stallo possa risolversi. Nelle ultime ore i Repubblicani americani sembrano essersi decisi a terminare il loro boicottaggio del nuovo “pacchetto” di aiuti per l’Ucraina, anche per via di un rinnovato allarme del segretario della NATO e dei dirigenti della CIA, l’agenzia di intelligence statunitense, su un possibile imminente tracollo della resistenza ucraina. Sabato è previsto il voto della Camera sul provvedimento, che prevede tra l’altro lo stanziamento di 60 miliardi di dollari per aiuti militari da inviare all’Ucraina. Come spesso succede, le decisioni degli Stati Uniti orientano poi i tempi e le scelte dei paesi europei e sbloccano la situazione.