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  • Mercoledì 17 aprile 2024

Le resistenze di Bruxelles a ospitare la conferenza di politici della destra europea

Martedì la polizia belga l’ha interrotta su richiesta dell’amministrazione del comune che la ospitava, dopo decisioni simili prese nei giorni precedenti: oggi è ripresa con un intervento di Viktor Orbán

La polizia blocca l'ingresso (Photo by Omar Havana/Getty Images)
La polizia blocca l'ingresso (Photo by Omar Havana/Getty Images)
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Una rilevante conferenza di politici dell’estrema destra europea che si sta tenendo a Bruxelles è stata interrotta martedì dall’intervento della polizia, che ha bloccato gli ingressi e invitato chi era dentro a uscire. La conferenza, che già nei giorni scorsi aveva dovuto cambiare sede per l’opposizione di altri distretti della capitale belga, è ripresa mercoledì mattina, quando fra gli altri è intervenuto anche il primo ministro ungherese, Viktor Orbán.

L’interruzione e la chiusura della conferenza hanno provocato grandi proteste fra i politici di destra europei, che hanno parlato di una limitazione del diritto di espressione. La polizia è intervenuta alla National Conservatism Conference, la Conferenza del Conservatorismo Nazionale, su richiesta di Emir Kir, il sindaco di Saint-Josse-ten-Noode, uno dei comuni in cui è divisa l’area metropolitana di Bruxelles. Kir ha giustificato la decisione con motivi di ordine pubblico, ma ha poi specificato sui suoi profili social: «L’estrema destra non è benvenuta».

La conferenza era cominciata da meno di tre ore quando la polizia è arrivata al Claridge, una sala per eventi vicino al Parlamento europeo: aveva appena finito di parlare Nigel Farage, il politico britannico che divenne noto e popolare per il suo sostegno all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea nel 2016, ed era atteso l’intervento di Éric Zemmour, intellettuale e politico di estrema destra francese, fondatore del partito politico Reconquête, che invece non è riuscito a entrare nella sala.

Éric Zemmour bloccato all’ingresso dell’evento (Photo by Omar Havana/Getty Images)

La conferenza è organizzata dal think tank di destra Edmund Burke Foundation e ospita alcuni fra i più importanti leader dei partiti nazionalisti e di estrema destra europei. Molti fanno riferimento al gruppo del parlamento europeo Identità e Democrazia, conservatore, sovranista e spesso su posizioni euroscettiche (di cui fa parte anche la Lega). Altri rappresentano la componente più di destra del gruppo Conservatore (di cui fa parte Fratelli d’Italia), come il partito polacco Diritto e Giustizia: mercoledì era previsto anche un intervento dell’ex primo ministro Mateusz Morawiecki.

Secondo gli organizzatori, lo scopo della conferenza è quello di «fare incontrare personaggi pubblici, giornalisti, ricercatori e studenti che pensano che il passato e il futuro delle idee conservatrici siano legati inestricabilmente all’idea di nazione, e al principio di indipendenza nazionale». Il sito che presenta la conferenza esorta i partecipanti, in vista delle prossime elezioni europee, a presentare delle «visioni alternative per il futuro dell’Europa», che resistano all’idea di una maggiore integrazione europea e che invece preservino il potere dei singoli stati nazionali.

L’organizzazione della conferenza aveva avuto già qualche problema in precedenza: negli ultimi due giorni aveva dovuto cambiare due volte il luogo dell’evento. Lunedì l’agenzia di eventi culturali Edificio aveva annunciato che non avrebbe messo a disposizione lo spazio precedentemente accordato agli organizzatori, il Concert Noble di Bruxelles. L’evento era stato spostato all’hotel Sofitel, ma poi anche questo aveva ritirato la propria disponibilità.

Secondo quanto ricostruito dai media belgi, in entrambi i casi erano stati decisivi gli interventi dei sindaci dei comuni interessati. L’area metropolitana di Bruxelles è divisa in 19 comuni i cui sindaci hanno ampia autonomia e possono decidere autonomamente un intervento della polizia sul proprio territorio, come in questo caso. L’evento era quindi stato spostato al Claridge, di proprietà di Ben Yaghlane, un imprenditore di origini tunisine che ha difeso il diritto di organizzare l’evento, anche se – ha detto – non ne condivide gli ideali.

(Photo by Omar Havana/Getty Images)

Nell’ordinanza con cui si comunicava la chiusura dell’evento, l’amministrazione di Saint-Josse-ten-Noode ha sostenuto di non essere in grado di garantire l’ordine pubblico: martedì pomeriggio infatti era prevista una manifestazione di protesta organizzata da alcuni movimenti antifascisti. Il governo locale ha anche sottolineato come la conferenza ospitasse posizioni “problematiche” relativamente ai diritti delle persone LGBTQ+ e all’aborto.

La decisione di Kir è stata fortemente criticata dal primo ministro belga, il liberale fiammingo Alexander De Croo. De Croo ha definito l’autonomia dei municipi una della basi della democrazia belga, che però «non può mai cancellare il diritto di espressione garantito dalla Costituzione belga». Critiche e preoccupazione per il blocco delle attività sono state espresse da vari esponenti della destra europea, sia da quelli presenti come Farage e Zemmour, che dal primo ministro inglese Rishi Sunak e dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.

Riferendosi alle prossime elezioni europee, che si terranno fra il 6 e il 9 giugno, il primo ministro ungherese Orbán ha detto: «Il piano è venire ad occupare Bruxelles».