• Mondo
  • Martedì 16 aprile 2024

Da dove arriva la parola “escalation”

Uno dei termini più usati da anni in ambito bellico, e per indicare un progressivo aumento dell'intensità delle violenze, deriva da un'invenzione di fine Ottocento: "escalator", le scale mobili

Scale mobili di un centro commerciale a Caracas, Venezuela (AP Photo/Matias Delacroix)
Scale mobili di un centro commerciale a Caracas, Venezuela (AP Photo/Matias Delacroix)
Caricamento player

Uno dei termini più usati da studiosi, giornalisti e governi quando si parla del rischio che una violenza in corso diventi qualcosa di più grande, grave ed esteso è escalation: «si teme una escalation delle violenze» è una delle espressioni più ricorrenti in questi casi (usata anche dal Post nel corso degli anni).

In particolare è stata impiegata di frequente negli ultimi mesi, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, l’invasione israeliana della Striscia di Gaza e il successivo rischio che quella guerra diventasse “regionale”, cioè che si estendesse ad altri paesi mediorientali. L’espressione è stata usata anche dopo l’attacco iraniano su Israele: gli Stati Uniti, si è detto, stanno facendo pressioni sul governo israeliano affinché si eviti una escalation. Preoccupazioni riguardo a una escalation militare sono state più volte esposte negli ultimi due anni anche riguardo alla guerra in Ucraina, spesso da chi vorrebbe limitare impegno e aiuti occidentali proprio all’Ucraina per non rischiare di provocare una escalation da parte della Russia.

La parola escalation è stata mutuata in italiano dall’identica parola inglese, che ha però una storia piuttosto recente, iniziata solo nel secolo scorso. Prima del 1920 non esisteva il sostantivo escalation e nemmeno il verbo escalate, perché mancava il termine da cui entrambe sono derivate: escalator, le scale mobili, inventate negli Stati Uniti fra il 1892 e il 1898. La parola e il concetto di escalation si formarono prendendo spunto proprio da quell’invenzione e da quel moto di ascesa, progressivo e continuo, ma caratterizzato da scalini.

Le scale mobili furono progettate e brevettate da Jesse W. Reno nel 1892, e costruite alcuni anni dopo per un’attrazione del parco newyorchese di Coney Island, chiamata “Endless Conveyor Elevator” (Ascensore trasportatore senza fine). In realtà esisteva un brevetto precedente, del 1859, che però non aveva mai portato alla costruzione di un prototipo funzionante. Negli stessi anni di Reno, con un altro brevetto, un modello differente di scale mobili fu inventato da George H. Wheeler. Nel 1898 Charles D. Seeberger comprò quel brevetto e commercializzò le scale mobili con il nome di “Escalator”, una fusione dei termini elevator (ascensore) ed escalade (scalata).

Escalade era un termine che aveva iniziato a diffondersi nella lingua inglese a partire dal 1590, mutuato da un termine francese che a sua volta derivava dall’italiano, e in particolare da scala e scalata.

Scale mobili alla stazione di Pechino (AP Photo/Mark Schiefelbein, File)

Escalator era inizialmente un nome commerciale, ma divenne la forma comune per definire quel prodotto, come successo anche in italiano in molti altri casi, fra cui scottex, scotch o frisbee.

Dal 1920 nella lingua inglese si attesta il verbo to escalate, che indicava l’azione di usare una scala mobile. Dagli anni Trenta sempre in inglese cominciò a diffondersi la parola escalation nel suo senso figurato: il termine prese piede subito nel linguaggio bellico, in riferimento soprattutto a crescenti produzione e utilizzo di navi da guerra, con armamenti sempre più consistenti e potenti. Rispetto ad altri sostantivi già di uso comune per indicare concetti simili, come intensification ed expansion (intensificazione ed espansione), portava con sé il concetto di scalini successivi, di una crescita costante ma a balzi, più che continua.

Dalla fine degli anni Cinquanta anche il verbo, to escalate, iniziò ad acquisire un significato figurato: come il sostantivo collegato indicava una forma metaforica di “crescita”, spesso usato in riferimento alla “corsa” agli armamenti nucleari e alla minaccia di una possibile guerra atomica. In seguito si iniziò a usare anche la forma contraria de-escalate, che indica invece il processo opposto.

In inglese il sostantivo escalation e il verbo to escalate vengono utilizzati oggi in vari contesti, non solo militari: si parla di escalation dei prezzi (e più in generale di vari indicatori economici), di escalation dei crimini e di escalation in campo medico (dei sintomi, delle cure, dei dosaggi), solo per citare gli usi più frequenti. Sostantivo e verbo hanno poi un ulteriore significato, usato soprattutto in gergo aziendale, per indicare il coinvolgimento in una discussione o nella risoluzione di un problema di qualcuno di più importante o di un livello gerarchico superiore, anche qui sfruttando il riferimento agli scalini..

In italiano l’uso più frequente è ancora quello del contesto militare. Il dizionario Treccani definisce così escalation: «Condotta delle operazioni belliche caratterizzata da un aumento progressivo e graduale nell’impiego delle armi e nell’estensione delle misure militari». Treccani indica la diffusione di questo significato a partire dal 1964, in relazione al progressivo maggiore impegno degli Stati Uniti nella guerra in Vietnam: allora i media italiani iniziarono a raccontare l’aumento dell’impiego di truppe statunitensi nel paese asiatico riproponendo la parola inglese escalation, che diventò così di uso comune.

È successiva, come indica la stessa Treccani, la nascita di un senso più ampio della parola, utilizzata soprattutto nel gergo giornalistico, che indica genericamente «un aumento graduale d’impegno o d’intensità» e può adattarsi anche ad altri contesti, come la contestazione, il terrorismo, la repressione.

In francese e spagnolo il concetto di escalation viene tradotto, rispettivamente in escalade e escalada, in tedesco si usa la parola eskalation.