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  • Giovedì 21 aprile 2022

Fra Israele e Gaza si teme una nuova escalation di violenze

Tra mercoledì e giovedì ci sono stati nuovi bombardamenti e lanci di razzi, come non succedeva dalla guerra dell'anno scorso

Un bombardamento israeliano a Gaza, a maggio del 2021 (AP Photo/Hatem Moussa)
Un bombardamento israeliano a Gaza, a maggio del 2021 (AP Photo/Hatem Moussa)
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Tra mercoledì sera e giovedì mattina ci sono stati nuovi attacchi tra la Striscia di Gaza e Israele, con lanci di razzi da parte di gruppi armati palestinesi e bombardamenti dell’esercito israeliano, in quella che è stata definita «la più grande escalation» dalla guerra combattuta dalle due parti nel maggio del 2021. In Israele e nei territori palestinesi la tensione è molto alta da giorni a causa di una nuova serie di attacchi terroristici compiuti da palestinesi e dalla concomitanza della Pasqua ebraica col Ramadan, il mese sacro per i musulmani, cioè periodi in cui spesso emergono rivendicazioni territoriali e identitarie.

– Leggi anche: 11 giorni di guerra fra Israele e Gaza

Gli ultimi bombardamenti di Israele sono avvenuti nelle prime ore giovedì mattina, in risposta ad almeno quattro razzi lanciati dai palestinesi nella notte tra mercoledì e giovedì. I razzi, a loro volta, erano stati lanciati in risposta a un altro bombardamento israeliano, deciso dopo il lancio di un razzo palestinese poi atterrato a Sderot, città israeliana vicinissima al confine con la Striscia di Gaza. Non ci sono, per ora, notizie di morti.

L’esercito israeliano ha fatto sapere che i bombardamenti di giovedì hanno colpito una postazione militare palestinese e un complesso di tunnel contenente «prodotti chimici utilizzati per fabbricare i motori dei razzi» di Hamas, il gruppo politico-terrorista che governa la Striscia di Gaza. Diversi attivisti palestinesi hanno accusato Israele di avere compiuto i bombardamenti in aree civili.

Il razzo palestinese di mercoledì sera, quello che ha innescato la catena di attacchi, era stato lanciato con tutta probabilità in risposta a una provocatoria marcia di centinaia di ultra-nazionalisti israeliani nelle aree palestinesi di Gerusalemme: la marcia si era tenuta nel tardo pomeriggio di mercoledì, con sventolamenti di bandiere e canti di slogan, nonostante fosse stata vietata dalle autorità israeliane.

Sia gli attacchi che la marcia vanno contestualizzati nelle crescenti tensioni degli ultimi giorni, sfociate la settimana scorsa in violenti scontri a Gerusalemme che avevano provocato decine di feriti. Da settimane gli esperti di sicurezza nella regione temevano nuove tensioni, dato che per la prima volta negli ultimi dieci anni i giorni della Pasqua cristiana hanno coinciso con la settimana della Pasqua ebraica, che quest’anno si celebra durante il mese sacro per i musulmani, cioè il Ramadan.

Dall’ultima guerra combattuta a maggio fra Israele e i gruppi armati della Striscia di Gaza non sono stati fatti significativi passi in avanti nei rapporti fra le due parti, nonostante nel frattempo si sia insediato un governo israeliano teoricamente più conciliante nei confronti dei palestinesi come quello guidato da Naftali Bennett.

Le celebrazioni per la fine del Ramadan si terranno fra una decina di giorni: solo allora si capirà se i timori di una ulteriore escalation di violenze sono fondati.