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  • Giovedì 4 aprile 2024

Jordan Bardella, il futuro dell’estrema destra francese

È il primo presidente del Rassemblement National a non avere il cognome Le Pen, fa comizi che somigliano più a feste che a incontri politici, ed è sostenuto dalle classi popolari e dai ceti medi

Jordan Bardella durante un evento a Marsiglia, 3 marzo 2024
Jordan Bardella durante un evento a Marsiglia, 3 marzo 2024 (AP Photo/ Daniel Cole)
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Jordan Bardella è il presidente del partito di estrema destra francese Rassemblement National: è il primo a non avere il cognome Le Pen, cioè quello di Jean-Marie, il fondatore del Front National (che poi ha cambiato nome in Rassemblement National), e della figlia Marine, che ha guidato il partito per diversi anni dopo che se n’era andato il padre. Bardella sarà il capolista del suo partito alle elezioni europee del prossimo giugno e alcuni giornali internazionali lo definiscono da tempo una «stella politica» in rapida ascesa: secondo i sondaggi potrebbe portare l’estrema destra francese alla più grande vittoria mai ottenuta finora a livello nazionale.

Bardella è nato nel 1995 da una famiglia di origine italiana alla periferia di Parigi. Iniziò a seguire il Front National quando aveva 16 anni, affiggendo i manifesti elettorali per la campagna presidenziale del 2012 di Marine Le Pen contro François Hollande. A partire da quel momento la sua carriera è stata rapidissima. A 19 anni, mentre studiava geografia all’Università Sorbona senza poi laurearsi, era già consigliere regionale dell’Île-de-France. Nel 2017 fu promosso a portavoce del partito e direttore nazionale di Génération Nation, la sezione giovanile del Front National, nel 2019 fu eletto al parlamento europeo e poi, nel 2022, divenne presidente di Rassemblement National (RN).

Da quando è alla guida del partito, Bardella ha ridato slancio a un processo di “normalizzazione” che era già stato avviato da tempo da Marine Le Pen, volto a dare un’immagine più moderata e rassicurante al Rassemblement National per lasciarsi alle spalle, almeno apparentemente, una pesante eredità razzista e antisemita e per espandere la sua base elettorale: quest’operazione è stata chiamata «dédiabolisation», “dediavolizzazione”.

Il quotidiano francese l’Opinion sostiene che Bardella sia «l’uomo chiave della normalizzazione» del Rassemblement National, mentre Politico l’ha definito «il testimonial perfetto per il rebranding del partito».

Bardella è molto popolare, è presente quotidianamente su TikTok e attraverso quella che il suo staff ha definito «la strategia dei selfie» sta rendendo più accattivante la destra identitaria francese. Usa parole semplici, ma di impatto, la sua dizione è chiara e appare sempre molto calmo, mai offensivo, cortese senza essere ironico. Cura molto il suo aspetto indossando spesso abiti di un marchio olandese popolare tra i giovani di destra e che è anche piuttosto economico, ed è percepito come un politico “vicino alle persone”, anche a quelle meno abbienti: ha origini modeste, «non è laureato, si chiama Jordan e va in campagna», ha detto di lui un deputato di RN a Le Monde. Nel frattempo si è guadagnato la simpatia anche di Vincent Bolloré, uno degli uomini più ricchi di Francia da sempre vicino alla destra cattolica e conservatrice.

Jordan Bardella fa un selfie con i suoi sostenitori, Marsiglia, 3 marzo 2024 (AP Photo/Daniel Cole)

Molti dei comizi di Bardella sembrano delle feste più che degli incontri politici e sono aperti da canzoni di rapper marsigliesi. Altri suoi eventi sono stati organizzati in alcune famose discoteche parigine dove si sono visti centinaia di giovani al limite dell’isteria e ragazze sul punto di piangere come se si trovassero di fronte a una rockstar. Per l’opinione pubblica, Bardella resta inoltre un personaggio in qualche modo ambiguo nei posizionamenti: «I politici sono superfici di proiezione per gli elettori. E meno la gente sa di te, più può proiettarsi» ha detto il sondaggista Jérôme Sainte-Marie: «Penso di sapere cosa pensa Marine Le Pen. Non sono sicuro di sapere cosa pensa veramente Jordan Bardella».

Bardella, hanno detto alcuni deputati e senatori a lui vicini, «è diventato un marchio», «la sua personalità, ciò che incarna, fa appello agli stessi riflessi di un consumatore». E tutto questo sembra che stia funzionando.

Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Ipsos in collaborazione con Sciences Po, l’Institut Montaigne e la Fondation Jean-Jaurès, la lista di RN guidata da Bardella è al 31 per cento, con un vantaggio di 13 punti su Renaissance del presidente Emmanuel Macron (il Partito Socialista è all’11,5 per cento, i Verdi all’8,5 e la destra dei Repubblicani al 7, alla pari con la sinistra di La France Insoumise).

Allo stesso tempo, negli ultimi mesi RN ha sia rafforzato che ampliato la propria base elettorale ed «è questa simultaneità che, per il momento, gli dà forza», ha scritto Le Monde. RN è sostenuto soprattutto dai giovani uomini, ma la percentuale delle giovani donne che lo voterebbero non è indifferente. Ed è diventato, al posto della sinistra, il partito delle classi popolari e in parte dei ceti medi: il 58 per cento degli operai e il 44 per cento degli impiegati dicono infatti di voler votare Bardella alle prossime europee, mentre alle presidenziali del 2022 la percentuale era del 36 per cento per entrambe le categorie. Il partito ha aumentato la propria popolarità anche tra i dirigenti: il 19 per cento (contro il 12 per cento del 2022) è intenzionato a sostenerlo.

Ciò che accomuna i probabili futuri elettori di Bardella sembrano essere tre questioni principali. L’insoddisfazione, innanzitutto: il 58 per cento di chi ha detto che lo voterà ha anche sostenuto di non essere per nulla soddisfatto della vita che fa. Il 65 per cento degli elettori della lista Bardella alle europee ha detto poi di considerare le proposte dei vari partiti soprattutto sui temi nazionali e solo il 35 per cento sui temi europei: in nessun altro elettorato la dimensione nazionale è così presente. Il 72 per cento ha infine detto che voterà Bardella soprattutto per dimostrare la propria opposizione al presidente della Repubblica, cioè Macron, e all’attuale governo.

Secondo un sondaggio commissionato nel dicembre del 2023 dai Repubblicani (di destra) che è circolato internamente al partito ma che alcuni giornali sono riusciti ad ottenere, in caso di elezioni legislative anticipate RN vincerebbe arrivando a soli 11 seggi dalla maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, cioè la camera bassa del parlamento francese. Secondo un altro sondaggio pubblicato a marzo, Bardella è anche il secondo politico più popolare in Francia, dietro solo all’ex primo ministro Edouard Philippe e davanti a Marine Le Pen.

I successi di RN e di Bardella, favoriti anche da un’ascesa dell’estrema destra in tutt’Europa e non solo, sta condizionando la politica francese e la maggioranza al governo. Da tempo si parla di uno spostamento a destra di Macron, diventato molto evidente già con l’approvazione a fine dicembre della contestata riforma dell’immigrazione votata da tutti i partiti di destra e di estrema destra.

Politico scrive anche che è tale «l’entità della minaccia percepita» che deriva dal successo di Bardella che Macron avrebbe scelto il 34enne Gabriel Attal come primo ministro proprio come risposta diretta all’ascesa del giovane leader dell’estrema destra. Non solo: la campagna elettorale per le europee portata avanti finora da Macron è direttamente centrata su una critica a Bardella: sulle tendenze antieuropeiste del suo partito, sui legami di quell’area politica con il presidente russo Vladimir Putin e la Russia, e sulle sue alleanze in Europa con formazioni come il partito di estrema destra tedesco AfD (Alternativa per la Germania), messo di recente sotto sorveglianza dai servizi segreti tedeschi.

– Leggi anche: Il piano del governo tedesco contro la diffusione dell’estremismo di destra

Mathieu Gallard, dell’istituto ricerca e sondaggi Ipsos, ha detto che le posizioni di RN sulla Russia non sono però la prima questione con cui la maggior parte degli elettori francesi identifica il partito: è per questo che la strategia elettorale di Macron, criticata anche dai suoi sostenitori e alleati, non si starebbe rivelando vincente.

Marine Le Pen e Jordan Bardella all’apertura della campagna elettorale per le europee a Marsiglia, 3 marzo 2024 (AP Photo/Daniel Cole)

La popolarità di Bardella ha fatto anche in modo che la sua tendenza ad allontanarsi da alcune linee del partito non abbia lasciato alcuno spazio alle critiche interne alla sua leadership. Quando Bardella si è ad esempio espresso contro i prezzi minimi per i prodotti agricoli dopo la protesta degli agricoltori ampiamente sostenuta da RN, Le Pen è dovuta intervenire per chiarire la posizione ufficiale del partito. Tuttavia, la stessa Le Pen (che pensa già alle presidenziali del 2027) non ha mai rivolto una critica diretta a Bardella e si è sempre dimostrata pronta a difenderlo: «Domani potrei essere investita da un camion», ha detto la leader durante un’intervista televisiva, aggiungendo che in quel caso Bardella avrebbe il peso politico e il credito necessari per prendere il suo posto.