Gabriel Attal è il nuovo primo ministro francese, e il più giovane di sempre
Ha 34 anni ed è il ministro dell'Istruzione uscente: ha preso il posto di Élisabeth Borne
Martedì mattina il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato Gabriel Attal nuovo primo ministro al posto di Élisabeth Borne, che si era dimessa lunedì sera. Nel pomeriggio c’è stato il passaggio di consegne tra Borne e Attal con una cerimonia all’Hôtel de Matignon di Parigi, la residenza del primo ministro francese.
Attal era stato portavoce del governo di Jean Castex dal 2020 al 2022, e dal 20 luglio scorso era ministro dell’Istruzione nel governo di Borne. Le dimissioni di Borne non erano state particolarmente sorprendenti, dato che da settimane Macron aveva lasciato intendere che presto ci sarebbe stato un rimpasto di governo e molti ritenevano che a essere rimossa sarebbe stata proprio Borne.
Attal ha 34 anni ed è il più giovane primo ministro di sempre nella Quinta Repubblica francese, quella istituita dal 1958 con la settima Costituzione: prima in Francia c’erano state forme di stato e di governo diverse. È anche il primo primo ministro apertamente omosessuale: è stato sposato con l’europarlamentare francese Stéphane Séjourné.
Attal fa parte di Renaissance, il partito di Macron, e la sua nomina al posto di Borne era piuttosto scontata. È considerato molto vicino a Macron, e il 20 dicembre scorso durante un programma televisivo il presidente francese ne aveva elogiato «l’energia e il coraggio nel condurre le battaglie necessarie», promettendogli «un futuro governativo» e forse «un destino più ambizioso».
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In base all’ordinamento francese, il primo ministro ha un importante ruolo di coordinamento dell’azione di governo, ma non un forte potere di iniziativa, dato che in Francia l’indirizzo politico di un governo è prerogativa del presidente. Il primo compito del futuro primo ministro sarà comunque quello di formare un nuovo governo che promuova l’obiettivo annunciato da Macron nei suoi auguri di fine anno: «riarmo industriale, economico, europeo», ma anche «civico», anche in relazione al vasto progetto di riforma scolastica che Gabriel Attal ha portato avanti negli scorsi mesi.