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  • Mercoledì 20 marzo 2024

L’università di Torino non parteciperà a un bando di collaborazione con Israele

Il senato accademico ha accolto in parte la richiesta di alcuni collettivi che chiedevano di sospendere tutti gli accordi in corso con atenei e centri di ricerca israeliani

La bandiera della Palestina appesa alla sede del rettorato dell'università di Torino durante una manifestazione dello scorso novembre
La bandiera della Palestina appesa alla sede del rettorato dell'università di Torino durante una manifestazione dello scorso novembre (ANSA/TINO ROMANO)
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Il senato accademico dell’università di Torino ha approvato una mozione che vieta la partecipazione a un bando di collaborazione con università e istituti di ricerca israeliani: è la prima università italiana a prendere una posizione simile. La mozione dice: «Il senato accademico dell’università ritiene non opportuna la partecipazione al bando del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza».

Il bando era stato pubblicato alcune settimane fa dal ministero e punta a finanziare progetti di ricerca tra Italia e Israele in tre settori: tecnologia del suolo, dell’acqua e ottica di precisione. Quando mancava quasi un mese dalla scadenza fissata per il 10 aprile, l’università di Torino non aveva ancora presentato proposte e solo tre professori avevano manifestato interesse a partecipare per poi ripensarci.

Il voto del senato accademico era stato sollecitato da alcuni collettivi e associazioni studentesche che avevano chiesto all’università di aderire alla lettera firmata da oltre 1.800 tra professori, ricercatori e personale tecnico amministrativo di molte università italiane, di cui 60 dell’università di Torino, per chiedere al ministro degli Esteri Antonio Tajani di sospendere il bando. La richiesta era motivata dal rischio di finanziare la ricerca in tecnologia cosiddetta dual use, cioè a scopo civile e anche militare.

In realtà l’appello degli studenti chiedeva di sospendere tutti i 9 accordi di collaborazione in corso tra l’università di Torino e le università israeliane. Martedì gli studenti dei collettivi “Cambiare Rotta” e “Progetto Palestina” hanno interrotto la seduta del senato accademico ed esposto striscioni nella sala del rettorato. La loro richiesta però è stata presa in considerazione solo parzialmente: il senato si è limitato a votare la mozione relativa al prossimo bando.

La mozione è stata poi approvata a maggioranza. Si sono astenuti solo due rappresentanti e c’è stato soltanto un voto contrario, quello della direttrice del dipartimento di matematica Susanna Terracini. «Non avrei avuto problemi ad approvare una richiesta per il cessate il fuoco, perché sono fortemente turbata per la strage che sta avvenendo nella Striscia di Gaza», ha detto al Corriere Torino. «Mentre sono fortemente contraria ai boicottaggi accademici, perché essendo esclusi possibili progetti bellici le collaborazioni sono un elemento portatore di comprensione e di pace».

Alla fine di gennaio il senato accademico dell’università di Cagliari aveva respinto una mozione simile che chiedeva di interrompere tutte le collaborazioni con università israeliane. In molte altre università italiane sono state approvate mozioni per chiedere a Israele un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.