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  • Lunedì 18 marzo 2024

L’inchiesta su come Loro Piana si rifornisce della sua lana più pregiata

Bloomberg Businessweek accusa l'azienda italiana di abbigliamento di lusso di pratiche poco etiche nei confronti della comunità andina di Lucanas e delle vigogne

Alcune vigogne, la cui lana pregiata serve per particolari modelli di Loro Piana (AP Photo/Juan Karita)
Alcune vigogne, la cui lana pregiata serve per particolari modelli di Loro Piana (AP Photo/Juan Karita)
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Secondo un’inchiesta del magazine Bloomberg Businessweek l’azienda italiana di abbigliamento di lusso Loro Piana, specializzata in capi di filati estremamente pregiati, reperirebbe la sua lana più costosa attraverso pratiche poco etiche, che prevedono lo sfruttamento di lavoratori peruviani e la cattività della vigogna delle Ande, un animale selvatico simile all’alpaca ma con un mantello più morbido e pregiato.

L’inchiesta sostiene che per realizzare uno dei suoi capi in lana di vigogna, un maglione venduto al prezzo di 9.050 dollari, paga la materia prima necessaria circa 280 dollari: è il 3 per cento del prezzo di vendita, che serve a compensare la piccola comunità indigena di Lucanas, un paese montano di circa 3mila abitanti nel sud del Perù che si sostiene principalmente grazie alla vendita all’azienda delle fibre di vigogna. Questa retribuzione però talvolta non consente neanche di pagare tutti i lavoratori coinvolti nel processo di tosatura, dice Bloomberg, col risultato che la comunità locale è rimasta estremamente povera.

Molti importanti giornali internazionali che si occupano di moda hanno ripreso l’inchiesta, come Fashionista e Business of Fashion (anche se ha trovato poco spazio sui giornali italiani), soprattutto per l’aggravante che a sfruttare una piccola comunità locale sia stata una società del lusso con ampi margini di guadagno.

Loro Piana è un’azienda italiana fondata nel 1924 e venduta nel 2013 alla multinazionale del lusso LVMH: è specializzata nella creazione di capi dai tessuti pregiati, estremamente costosi e dal design minimale ed elegante. Recentemente è diventata un marchio di riferimento per il cosiddetto quiet luxury, uno stile molto di tendenza che punta su sobrietà e colori neutri di pezzi di altissimo pregio. Proprio di Loro Piana è forse il capo più simbolico di questo tipo di tendenza, un cappellino da baseball indossato nella terza stagione della serie Succession dal secondogenito della famiglia milionaria protagonista, Kendall Roy: semplicissimo e interamente blu, senza scritte e senza logo, che Loro Piana vendeva nei negozi a 600 euro.

Loro Piana fa capi con vari tipi di filati, ed è alla base del suo successo che siano tutti di grande qualità. La lana di vigogna è uno dei filati più costosi e lussuosi che esistano e l’azienda la definisce “la fibra degli dei”.

Per realizzare i suoi capi in lana di vigogna l’azienda si rifornisce dal 1994 a Lucanas, la più nota comunità andina per la tosatura di questi animali e la prima ad aver ricevuto l’autorizzazione dal governo peruviano per farlo legalmente: alla fine degli anni Settanta il governo decise di regolamentare la pratica, per evitare l’estinzione della specie e per lasciarne i proventi solo alle comunità andine, molto povere ma esperte nella tosatura delle vigogne e quindi con una competenza preziosa.

Sono animali estremamente selvatici e difficili da prendere: serve una grande conoscenza del territorio montano su cui pascolano e, una volta trovati, grande manualità per catturarli e tosarli. Si possono tosare ad anni alterni, per cui la produzione è limitata: da trent’anni Loro Piana compra tutta la lana che la comunità di Lucanas riesce a ottenere.

Da questo rapporto commerciale però la piccola comunità andina avrebbe guadagnato pochissimo, secondo l’inchiesta di Bloomberg. In un’indagine del 2018 commissionata dal governo l’80 per cento degli abitanti di Lucanas ha dichiarato di non aver beneficiato in alcun modo del commercio con Loro Piana: i giovani hanno iniziato a lasciare il paese per andare a vivere in città, oppure lavorano in nero nelle pericolose miniere d’oro della zona; i più anziani sono quasi tutti agricoltori che vivono di quello che coltivano. Le condizioni di vita sono pessime: tuttora la maggior parte delle case è costruita con il fango e non ci sono le tubature.

E questo perché lavorare come tosatori per la comunità non è redditizio, per due motivi principali: il primo è che la produzione è sempre più scarsa; il secondo è che i contratti con Loro Piana prevedono un prezzo ogni anno più basso.

Riguardo alla produzione, è diminuita per ragioni che secondo Bloomberg non sono molto chiare: nei dieci anni successivi al 2012 si è ridotta da 1.877 a 460 chili, cioè di tre quarti. Nello stesso periodo i ricavi della comunità sono diminuiti di circa l’80 per cento, da circa 790mila dollari a poco più di 150mila. Nel 2020 e nel 2021, gli anni della pandemia, non c’è stata produzione, e dunque neanche guadagni.

Di pari passo il prezzo delle fibre vendute dalla comunità di Lucanas è sceso da 420 dollari al chilo nel 2012 a 330 dollari nel 2022. Roberto Carlos Sarmiento, presidente della comunità, ha detto a Bloomberg che il contratto per il 2023 con Loro Piana prevedeva un prezzo di 280 dollari, con cui non riesce neanche a pagare tutti i lavoratori: alcuni si ritrovano a lavorare gratis per il bene collettivo di Lucanas.

Prezzi così bassi hanno impedito alle attività della comunità di evolversi: per esempio non hanno potuto investire in macchinari per la lavorazione della lana di vigogna, che ha bisogno di tecniche e strumenti particolari. Il che ha vincolato la piccola comunità andina al passaggio della tosatura, quello meno redditizio, senza permetterle di fare progressi nella catena di produzione di questo particolare tipo di filati.

Oltre a pagare sempre meno la comunità di Lucanas, Loro Piana si è anche organizzata per reperire autonomamente la lana di vigogna, escludendo le comunità indigene. E questo grazie ad alcune leggi del governo peruviano, che nel 2000 liberalizzò la pratica della tosatura delle vigogne: un tempo era consentita solo se fatta dalle comunità indigene, mentre ora può farlo chiunque trovi una vigogna sul proprio territorio, previa autorizzazione.

Bloomberg racconta che Loro Piana acquistò per 160mila dollari un terreno di circa 20 chilometri quadrati vicino Lucanas e costruì una recinzione di 12 chilometri quadrati dove tenere le vigogne da tosare. La richiesta di Loro Piana di tosare le vigogne sui suoi terreni è stata approvata nel 2010, e l’azienda è diventata la prima a poterlo fare legalmente senza passare dalle comunità indigene.

Secondo Bloomberg la recinzione garantirebbe anche una produzione più intensiva: concentrare più esemplari in un territorio delimitato ne aumenta la velocità di riproduzione, col risultato che la popolazione di vigogne è aumentata fino al 50 per cento ogni anno. Secondo l’autorità faunistica peruviana questo è avvenuto a danno della diversità genetica e dell’aspettativa di vita degli animali. In più tale condizione di “semicattività” non è l’ideale per questa specie: le vigogne sono animali selvatici e hanno bisogno di muoversi per territori assai estesi, che un recinto pure molto ampio non potrà mai garantire.

Loro Piana ha risposto all’inchiesta di Bloomberg, contestando le accuse con una nota in cui dice che «da quando è arrivata in Perù negli anni Ottanta, Loro Piana si è impegnata a sostenere i più alti standard di pratiche commerciali etiche e responsabili». E che l’azienda «rappresenta un fondamentale supporto economico a livello locale, proteggendo e rafforzando la domanda e il valore della fibra di vigogna, indipendentemente dalle dinamiche del mercato».