• Mondo
  • Martedì 12 marzo 2024

I piloti degli aerei possono dormire in volo?

Se ne sta discutendo in Indonesia dopo che un aereo è finito fuori rotta: le regole variano in base al paese e alla compagnia

Lo spazio per il riposo dei piloti di un Boeing 787 Dreamliner (David McNew/Getty Images)
Lo spazio per il riposo dei piloti di un Boeing 787 Dreamliner (David McNew/Getty Images)
Caricamento player

A fine febbraio le autorità dell’aviazione indonesiana hanno aperto un’indagine sul modo in cui le compagnie aeree del paese gestiscono i voli notturni, e in particolare la stanchezza dei piloti che lavorano in tratte molto lunghe. L’indagine è partita da un caso che si era verificato il mese prima, quando un aereo di linea con 153 passeggeri a bordo era finito fuori rotta per circa 30 minuti perché si erano addormentati sia il pilota che il copilota. Il pilota si era poi svegliato e aveva corretto la rotta, atterrando senza altri problemi a Jakarta, capitale dell’Indonesia e destinazione del viaggio.

Partendo da questo caso, le giornaliste del Washington Post Hannah Sampson e Natalie B. Compton hanno contattato una serie di compagnie aeree per conoscere qualche dettaglio in più sulle norme interne che vengono adottate per bilanciare due esigenze: da un lato consentire ai piloti di riposarsi durante i viaggi, dall’altro preservare la sicurezza dei passeggeri.

Patrick Smith, pilota che gestisce il blog Ask the Pilot, ha detto che la maggior parte delle compagnie prevede che sui voli internazionali lavorino tre piloti: in questo caso almeno due di loro devono rimanere in cabina di pilotaggio per consentire al terzo di riposarsi. Può anche capitare che i piloti siano quattro, e che quindi i turni in cabina di pilotaggio vengano suddivisi equamente in squadre di due. In generale comunque nella cabina di pilotaggio deve esserci sempre un pilota sveglio, spesso due.

Smith ha anche spiegato che gli alloggi destinati ai piloti possono variare: nella maggior parte dei casi vengono riservati loro dei posti in prima classe, ma può anche capitare che gli aerei contengano degli spazi con dei letti. Morgan Durrant, addetto stampa della compagnia aerea statunitense Delta Air Lines, ha spiegato che gli aerei da loro utilizzati per tratte internazionali di lunga durata contengono degli appositi spazi in cui il personale può riposare, e che per voli di questo tipo è prevista sempre la presenza di almeno due piloti all’interno della cabina di pilotaggio. Altre invece adottano delle norme di condotta più restrittive: un portavoce di Southwest Airlines, la più grande compagnia statunitense di voli low cost, ha fatto sapere che ai membri dell’equipaggio «non è consentito fare pisolini».

La possibilità che un pilota possa riposarsi all’interno delle cabine di pilotaggio, che in gergo tecnico viene definita “controlled rest” (riposo controllato), è invece disciplinata dalle normative nazionali.

Hassan Shahidi, presidente di Flight Safety Foundation, un’organizzazione non profit internazionale del settore dell’aviazione, ha spiegato che il riposo controllato, quando consentito, dovrebbe servire ai piloti che lavorano in tratte di breve durata (quindi quando i piloti sono solo due) per riprendersi da un «affaticamento inaspettato».

Le normative nazionali che permettono ai piloti di dormire per un certo periodo di tempo all’interno della cabina di pilotaggio sono solitamente dettagliate. Le leggi canadesi per esempio prevedono che il periodo di riposo controllato debba durare al massimo 45 minuti e che possa essere svolto da un solo membro dell’equipaggio alla volta. Deve terminare almeno mezz’ora prima dell’inizio della fase di atterraggio, e il pilota che ha riposato deve rimanere sveglio per almeno 15 minuti prima di svolgere qualsiasi compito.

La FAA (Federal Aviation Administration), l’agenzia governativa che gestisce l’aviazione civile negli Stati Uniti, prevede che i piloti non possano volare per più di 30 ore a settimana e per più di 100 ore al mese. Tuttavia, vieta esplicitamente la pratica del riposo controllato, richiesta invece da più di trent’anni da compagnie aeree e sindacati di settore. Scott Winter e Stephen Rice, docenti della Embry-Riddle Aeronautical University, hanno scritto su The Conversation che consentire dei brevi periodi di riposo in cabina di pilotaggio potrebbe migliorare la sicurezza aerea, soprattutto per quanto riguarda le tratte nazionali di breve durata.

La stanchezza dei piloti è un tema molto dibattuto anche in Italia, dove è stato al centro di alcuni casi di cronaca. Per esempio, nel 2022 un comandante e un primo ufficiale di ITA Airways si addormentarono durante un volo partito da New York e diretto a Roma Fiumicino, provocando un allarme internazionale.

Il riposo controllato è generalmente consentito nell’Unione Europea, ma con alcune regole. Innanzitutto, il pilota può addormentarsi solo se il collega al suo fianco è sveglio. Per evitare che entrambi i piloti si addormentino, inoltre, le norme prevedono che gli assistenti di volo chiamino chi è al comando dell’aereo più volte e a distanza di pochi minuti con il sistema di comunicazione interno.