Gli Stati Uniti hanno richiamato parte del proprio personale diplomatico da Haiti
Gli Stati Uniti hanno richiamato il proprio personale diplomatico non essenziale da Haiti, il paese dell’America centrale in cui da oltre un mese sono in corso grosse proteste antigovernative e violenti scontri tra polizia e bande criminali. In un messaggio condiviso su X, l’ambasciata statunitense nel paese ha detto che l’aumento delle violenze delle bande vicino alle sue sedi e all’aeroporto della capitale Port-au-Prince «hanno portato il dipartimento di Stato a decidere di organizzare la partenza di altri membri del personale dell’ambasciata». Nel messaggio viene specificato che gli uffici resteranno aperti. Le misure di sicurezza nelle sedi diplomatiche statunitensi verranno aumentate.
Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo ed è da tempo alle prese con una gravissima crisi politica, sociale ed economica. Le proteste sono rivolte in particolare contro il governo del primo ministro ad interim Ariel Henry, che avrebbe dovuto organizzare nuove elezioni entro il 7 febbraio, ma non lo ha fatto, sostenendo la necessità di ripristinare prima la stabilità nel paese. Negli ultimi dieci giorni le bande che controllano da tempo la gran parte della capitale haitiana hanno attaccato diverse stazioni di polizia, lo stadio e il principale scalo merci del porto; hanno anche preso d’assalto due prigioni, da cui sono evase migliaia di detenuti.
L’aumento delle violenze ha portato il governo di Henry, che dopo alcuni impegni diplomatici non è ancora rientrato nel paese, a estendere fino al 3 aprile lo stato d’emergenza che era stato imposto in via temporanea domenica scorsa.
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