Giorgia Meloni ha infine commentato le cariche della polizia a Pisa e a Firenze

La presidente del Consiglio in un'intervista al direttore del Tg2 ha detto che «è pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni» alle forze dell'ordine

La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, Roma, 15 febbraio 2024 (ANSA/Filippo Attili - Ufficio stampa Palazzo Chigi)
La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, Roma, 15 febbraio 2024 (ANSA/Filippo Attili - Ufficio stampa Palazzo Chigi)

Mercoledì 28 febbraio, al Tg2 Post, programma televisivo trasmesso dopo il telegiornale, il direttore del Tg2 Antonio Preziosi ha intervistato Giorgia Meloni. Dopo qualche domanda sulle regionali in Sardegna, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e sul G7 che si terrà a Verona a metà marzo, Preziosi ha chiesto alla presidente del Consiglio delle manifestazioni di piazza che negli ultimi mesi si sono tenute a favore della Palestina e delle recenti cariche della polizia contro gli studenti a Pisa e a Firenze.

Meloni ha spiegato dando qualche numero secondo lei utile a comprendere il contesto: ha detto che dallo scorso 7 ottobre, data degli attacchi di Hamas contro Israele, «in Italia ci sono state oltre mille manifestazioni» e che «soltanto nel 3%» dei casi si sono verificati problemi o momenti di tensione. Ha detto che gli agenti feriti sono stati 26 e che nel 2023 i poliziotti feriti nelle manifestazioni «sono stati complessivamente oltre 120». I dati, ha dunque aggiunto Meloni, «dicono che la gestione dell’ordine pubblico molto complessa, oggettivamente, è stata una gestione per la quale nel 97 per cento dei casi non ci sono stati problemi». In alcuni casi i problemi ci sono stati (a Firenze e a Pisa i manifestanti feriti sono stati 17) e «se ci sono degli errori, delle responsabilità, degli abusi chiaramente si devono sanzionare».

Meloni ha poi proseguito:

Però, mi perdoni, non si può parlare delle forze dell’ordine solamente nel caso in cui qualcosa non funziona, perché in tutti gli altri casi, nei casi in cui ci sono stati 120 agenti di polizia che sono finiti all’ospedale, che sono stati feriti per garantire l’ordine pubblico, per garantire la nostra incolumità e magari anche con stipendi inadeguati, nessuno ha detto loro grazie. E allora forse è il caso di fare anche questo, di dire loro “grazie” per il lavoro prezioso che fanno ogni giorno.

Dopo aver ricordato che ieri a Torino un gruppo di circa 50 persone ha assalito un’auto della polizia con a bordo una persona migrante di origini marocchine che avrebbe dovuto essere trasferita in un centro per il rimpatrio (CPR), per poi essere espulsa, Meloni ha aggiunto:

Quanti di quelli che in questi giorni hanno attaccato le forze dell’ordine in modo indiscriminato vogliono anche esprimere solidarietà a questi agenti che stanno facendo il loro lavoro? Perché io penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra: è un gioco che può diventare molto pericoloso.

Era la prima volta che Meloni commentava i fatti di Pisa e Firenze. E facendo riferimento alle “istituzioni” che hanno criticato la polizia, le parole di Meloni sono sembrate ad alcuni una risposta alla presa di posizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È vero che però che Meloni potrebbe essersi rivolta anche ai parlamentari di opposizione che nei giorni successivi alle cariche hanno criticato le violenze della polizia e il ministro dell’Interno Piantedosi.

In ogni caso, dopo le cariche contro gli studenti, Mattarella aveva fatto sapere di aver richiamato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In un comunicato aveva scritto di avergli fatto presente che «l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Mattarella si è comunque espresso anche dopo i fatti di Torino: ha chiamato il capo della polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti coinvolti.

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